Gli elogi di Le Monde alla premier Meloni per la stretta securitaria nelle periferie non erano certo attesi, e in un’intervista sul Tempo l’ex presidente del Senato Marcello Pera ha ricordato che la posizione del quotidiano transalpino rispecchia il sentiment maggioritario dei francesi che “amano uno Stato centrale forte che dà anche direttive etiche (si pensi al caso del velo alle donne islamiche). Come noi, sanno che cosa significa il degrado, e anche più di noi conoscono il fenomeno della ghettizzazione”. Come dimostrano le periodiche rivolte nelle banlieues, divenuti ormai veri e propri ghetti identitari a causa della mancata integrazione degli immigrati maghrebini di seconda e terza generazione.
Pera giudica il commento di Le Monde “equo, perché coglie il senso del provvedimento, che consiste nel ristabilire la presenza dello Stato là dove è carente, e impedisce la nascita e la diffusione di zone senza legge. Realistico, perché rende atto che Meloni ha assunto una statura europea che non può esserle negata. Non si presenta col cappello in mano, ma neppure batte i pugni sul tavolo. Semplicemente, oppone ragioni obiettive (si pensi anche al caso dell’immigrazione clandestina) e politiche con argomenti concreti (e qui penso ai parametri finanziari della stabilità). Insomma, le Monde non arriccia il naso, frequente tic francese nei nostri riguardi, e ci rispetta da pari a pari. Dopotutto, hanno gli stessi nostri problemi: anche loro hanno le banlieues dietro l’angolo di casa. Non mi illudo che sarà sempre così, ma oggi lo è”.
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In particolare, sulle norme del decreto Caivano contestate dalla sinistra e da una parte del mondo cattolico, Pera le definisce “necessarie, anche se da sole non bastano”. La prevenzione è sempre meglio della repressione, ma contro violenza e degrado il codice penale serve eccome.
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