Omicidio Pierpaolo Pasolini: la procura di Roma rigetta la richiesta di riaprire il caso

Non ci sarà nessuna riapertura delle indagini sull’omicidio di Pasolini. Lo fa sapere il Pm Francesco Minisci secondo cui le tracce rivenute nel 2010 non porterebbero ad alcun elemento aggiuntivo utile alle indagini

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Gli spunti valutati alla luce delle imponenti attività svolte non sono idonei a consentire l’attivazione della procedura di riapertura delle indagini” – così il Pm Francesco Minisci ha rigettato l’istanza di riapertura del caso sull’omicidio di Pierpaolo Pasolini richiesta, lo scorso marzo, dall’avvocato Stefano Maccioni.

L’istanza di riapertura del caso

Sono ormai trascorsi 48 anni dalla morte di Pierpaolo Pasolini, eppure intorno al suo omicidio restano ancora da chiarire diverse zone oscure e dubbi legati ai possibili colpevoli.

All’epoca dell’uccisione dello scrittore, avvenuta all’idroscalo di ostia il 2 novembre 1975, era stato arrestato e condannato a 9 anni e 7 mesi di reclusione Pino Pelosi – con il quale Pasolini aveva una relazione. Nel 2010, però, erano state rinvenute sulla scena del crimine, da parte dei Carabinieri del Ris, 3 diverse tracce di Dna.

Per questo motivo l’avvocato Maccioni il marzo 2023 ha presentato, per volere di David Greco e Giovanni Giovanetti, un’istanza per la riapertura del caso in modo da accertare a chi appartenessero le tracce biologiche ritrovate sulla scena del crimine.

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L’omicidio di Pierpaolo Pasolini, il 2 novembre 1975, idroscalo di Ostia

Quella notte all’idroscalo di Ostia, Pino Pelosi non era solo, ci sono almeno tre tracce, tre “fotografie” di persone e ciò giustifica il perché, dopo quasi 50 anni, è ancora possibile arrivare ad una verità giudiziaria.

Una verità che si baserebbe su dati scientifici, sulla presenza di tre Dna: da qui si deve ripartire per svolgere le indagini per accertare a chi appartengono” – dichiara Maccioni – “Nella prima indagine questo si è fatto in modo parziale, vennero esaminati circa 30 Dna ma oggi è tempi di fare verifiche più diffuse tenendo presenti anche le dichiarazioni di Maurizio Abbatino, esponente della banda della Magliana, che alla Commissione Antimafia dà una giustificazione sul perché Pasolini si recò all’idroscalo di Ostia.

Non era lì per consumare un rapporto sessuale occasionale con Pino Pelosi, con il quale lo scrittore e regista aveva già una relazione, ma per riottenere le pizze del film ‘Salò’, le 120 giornate di Sodomà che gli erano state sottratte e a cui teneva tantissimo”.

Pasolini sarebbe stato dunque tratto in trappola e aggredito a morte. Ma resta da capire chi abbia commesso quell’atroce gesto e vi sarebbero numerosi elementi che i magistrati dovrebbero analizzare per raggiungere la verità sul caso.

Pm: “Ci sono elementi non focalizzati su omicidio Pasolini, ma su episodi di contorno”

A distanza di 9 mesi dalla richiesta dell’avvocato Stefano Maccioni, oggi il Pm Francesco Minisci ha rigettato l’istanza. Tra le motivazioni della scelta di non riaprire l’indagine vi sarebbe la non idoneità delle attività svolte in passato e la presenza di elementiaventi natura eterogenea quanto alla tipologia e generica quanto alla portata, per alcuni aspetti focalizzati sull’omicidio ma riguardanti episodi di contorno, aventi ad oggetto profili già presenti nell’atto di opposizione depositato nel procedimento definito con ordinanza di archiviazione” e che inoltre non aggiungerebbero nulla alle indagini.

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