Giornalisti spiati, Paragon ha chiuso i contratti con l’Italia? Cosa sappiamo

Secondo il Guardian, la società israeliana avrebbe rescisso i contratti con il nostro Paese a causa della violazione dei termini di servizio. Palazzo Chigi ha negato il suo coinvolgimento ed ha escluso che i protagonisti della vicenda "siano stati sottoposti a controllo da parte dell'Intelligence"; le opposizioni hanno chiesto un'informativa urgente al premier Meloni

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Sono sette i cittadini italiani, tra cui alcuni giornalisti, che sarebbero stati spiati dallo spyware Graphite di Paragon Solutions, come svelato ieri da Palazzo Chigi. Il governo ha negato sin da subito il suo coinvolgimento ed ha escluso che “siano stati sottoposti a controllo da parte dell’Intelligence“. Sul caso, particolarmente grave, sta indagando l’Agenzia per la cyber sicurezza nazionale.

La vicenda è venuta alla luce lo scorso sabato, a seguito delle denunce del direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, e del fondatore di Mediterranea Saving Humans, Luca Cesarini. I due hanno infatti sostenuto di aver ricevuto un messaggio da Meta che li avvertiva della manomissione dei propri dispositivi elettronici. Alcuni partiti di opposizione, tra cui Avs, Pd e M5S, hanno chiesto un’informativa urgente da parte del governo.

Intanto, Luca Cesarini avrebbe annunciato di voler presentare un esposto su quanto accaduto, al fine di comprendere “cosa sia successo” e “chi ha ordinato di spiare il mio telefono“. Al momento non è chiaro se il fondatore di Mediterranea Saving Humans procederà, né se l’incartamento sarà presentato a Roma o Palermo o addirittura in entrambi gli uffici giudiziari.

Paragon ha rescisso il contratto con l’Italia?

Un’indiscrezione del Guardian avrebbe poi portato alla luce un ulteriore dettaglio. Sembrerebbe che Paragon avesse in Italia due clienti, ovvero “un’agenzia di polizia e un’organizzazione di intelligence“, a cui però avrebbe disconnesso l’accesso a Graphite. Come riporta Haaretz, infatti, Paragon collabora solamente con entità statali ed è la prima volta che la società israeliana viene avvicinata a casi di abuso della sua tecnologia.

Il Guardian ha quindi confermato come Paragon abbia interrotto il suo rapporto con l’Italia, chiarendo che la decisione è stata presa proprio a seguito delle rivelazioni sui possibili spionaggi. La rescissione del contratto è avvenuta ieri, dopo che la società israeliana aveva stabilito la violazione da parte dell’Italia dei termini di servizio e del quadro etico di contratto.

Haaretz ha infatti spiegato che, nel caso in cui venisse confermato l’uso dello spyware per hackerare i dispositivi di un giornalista e di un attivista politico, questa azione si rivelerebbe una violazione sia delle normative israeliane sulle esportazioni sia dei termini contrattuali dell’azienda.

In totale, nel mirino degli attacchi vi sarebbero 90 persone, provenienti da Italia, Belgio, Lettonia, Lituania, Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia.

Chi usa il software-spia di Paragon?

Graphite, il software prodotto dall’israeliana Paragon Solution, è un particolare spyware che è in grado di “attaccare” dispositivi elettronici attraverso una policy zero-click“, ovvero senza che la vittima clicchi su link dannosi per essere infettato. Nel momento in cui Graphite entra nel dispositivo ha accesso a tutte le sue funzione e può leggere anche i messaggi mandati attraverso le applicazioni che usano la scrittura crittografata, come Whatsapp.

Paragon è stata fondata dall’ex premier israeliano Ehud Barak ed ha un ufficio negli Usa, precisamente a Chantilly, in Virginia. Secondo quanto riportato dal Guardian, la società israeliana ha 35 clienti governativi in Paesi democratici ma non collabora von Nazioni che sono accusate di abuso di spyware, come Grecia, Polonia, Ungheria, Messico e India.

In tempi recenti, la società è stata sottoposta ad un esame approfondito, in quanto ha firmato un contratto da 2 milioni di dollari con la divisione investigativa sulla sicurezza nazionale dell’US Immigration and  Customs Enforcement. Nel corso del suo mandato, il presidente Usa Joe Biden ha approvato un ordine esecutivo che limita l’uso di spyware da parte del governo e l’attuale presidente Trump non lo ha ancora revocato.

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