Papa in Indonesia: “Contrastare estremismo e intolleranza, puntare all’armonia sociale”

Il Papa nel suo discorso ha parlato di guerre e pace, dell'uso della religione per scatenare odio e del tema nascite e morti

Redazione
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Papa Francesco è arrivato ieri in Indonesia per quello che sarà il suo viaggio apostolico più lungo, che durerà fino al 13 settembre e toccherà diversi paesi dell’Asia e dell’Oceania: Indonesia (2-6 settembre), Papua Nuova Guinea (6-8 settembre), Timor Orientale (8-10 settembre) e Singapore (10-13 settembre).

Nel discorso di oggi a Giacarta il Pontefice ha parlato delle guerre nel mondo, della necessità di costruire l’armonia nella società, del modo in cui la religione spesso viene utilizzata per raggiungere i propri scopi personali e della crisi delle nascite.

Papa Francesco
Papa Francesco

Papa, discorso di pace in Indonesia

Oggi Papa Francesco ha pronunciato il suoi primo discorso pubblico del tour di fronte le autorità, la società civile e il Corpo diplomatico, nel Palazzo Presidenziale Istana Merdeka di Giacarta. Le sue parole sottolineano la necessità di affrontare “sacche di miseria” e intolleranza attraverso la costruzione dell’armonia sociale, dato che la pace è sempre “frutto della giustizia”.

Il Pontefice parla anche del modo inappropriato in cui spesso la religione viene utilizzata per i propri scopi e manipolata per provocare divisioni e accrescere l’odio. Per Bergoglio bisogna quindi contrastare “l’estremismo e l’intolleranza”, che “distorcendo la religione, tentano di imporsi servendosi dell’inganno e della violenza”.

Nel mondo ci sono tendenze che non permettono lo sviluppo della fraternità universale e in diverse zone ci sono conflitti che nascono dalla “mancanza di rispetto reciproco, della volontà intollerante di far prevalere a tutti i costi i propri interessi, la propria posizione, o la propria parziale narrazione storica, anche quando ciò comporta sofferenze senza fine per intere collettività e sfocia in vere e proprie guerre sanguinose”.

Apprezzamento per l’Indonesia

Il Papa nel discorso ha dichiarato il suo apprezzamento per l‘Indonesia, un paese fatto di diversità culturale, un “magnifico mosaico” in cui anche il motto nazionale “Uniti nelle diversità” rappresenta questa diversità di popoli che lavorano per “un tessuto sociale equilibrato”, aiutati nell’intento dalla Chiesa locale. Questo equilibrio deve sempre essere difeso da tutti, ma soprattutto da coloro che lavorano in politica, che devono lavorare mirando “all’equità, al rispetto dei diritti fondamentali dell’essere umano, allo sviluppo sostenibile, alla solidarietà e al perseguimento della pace, sia all’interno della società sia con gli altri popoli e Nazioni”. La politica, come diceva Pio XI è la “forma più alta di carità”.

Inoltre ha parlato di morti e nascite, dicendo che una grande parte dell’umanità viene lasciata ai margini, senza aiuti per vivere un’esistenza dignitosa e far fronte a squilibri sociali che danno vita a conflitti. Per Bergoglio la soluzione a questo non è una legge di morte che limita le nascite. Il buon esempio lo dà l’Indonesia perché ha un alto tasso di natalità con “famiglie con 3, 4 o 5 figli, e questo va bene, continuate avanti così”. Sulla crisi delle nascite ha aggiunto: “Forse queste famiglie preferiscono avere un gatto o un cagnolino, invece di un figlio”.

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