Durante l’omelia di oggi, Papa Francesco si è rivolto ai ragazzi, in occasione la Giornata Mondiale della Gioventù. Nel suo discorso ha voluto invitarli a pensare “alle cose importanti della vita” e meno all’apparenza fisica. L’unico aspetto che andrebbe “truccato” è quello interiore, dell’anima.
Nel dire ciò, li ha incitati a usare i social meno come una vetrina, poiché creano illusioni e stereotipi irraggiungibili: “Siate trasparenti, no al maquillage dell’anima, no al vivacchiare“.
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Papa Francesco e l’appello contro l’utilizzo sbagliato dei social
Parlando di giovani, il Pontefice non poteva non citare i social che, ad oggi, sono diventati vitali per intere generazioni. Ma ciò su cui si è soffermato, è l’uso sbagliato che tende a farli diventare schiavi: “Cari giovani state attenti a non lasciarvi ubriacare dalle illusioni. Per favore, siate concreti, la realtà è concreta! Non lasciatevi contagiare dalla smania di essere visti, approvati e lodati. State attenti alle strumentalizzazioni, alla malattia dell’io, radice dell’infelicità“. Infatti, il Papa ha voluto evidenziare quanto può essere deleteria l’ossessione per i social, che porta i giovani a rientrare in alcuni schemi illusori e dannosi.
Inoltre, ha voluto invitarli a “fare del bene“. Spesso la cronaca ci dà un insegnamento sbagliato e ci illude che l’egoista ed il prepotente alla fine ottengono ciò che vogliono, in amore, lavoro, amicizia. Ma il Papa è contro questo messaggio, per lui totalmente errato: “alla fine sarà Cristo a tirare le somme“. Dunque ha invitato i ragazzi a fare del bene, perché alla fine ciò premia sempre.
L’appello contro la guerra di Papa Francesco
Il Pontefice a tal proposito ha parlato di guerra: “Quelli che distruggono la gente, che fanno la guerra, come si presenteranno davanti al Signore?“. Ed ha paragonato ciò ai “problemi di vanità“: come li giustificheremo davanti a Dio?
Ma sua Santità ha detto anche: “Perché esiste la guerra, la violenza? Tutti si pongono questa domanda. Un giovane potrebbe anche chiedersi perché esiste il precariato“. Secondo lui non c’è risposta, ma è giusto che ognuno di noi si ponga queste domande. Basta, però, che ci diano lo sprono per vivere con coraggio, senza avere paura del futuro.
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