A Palermo un uomo di 48 anni si è tolto la vita impiccandosi. Pare che fosse arrivato ad un grande accumulo di stress a causa delle minacce ripetute da parte della figlia minorenne. Inoltre, la giovane non avrebbe agito sola, ma con il supporto del suo partner, di 17 anni.
Molti messaggi e chiamate avrebbe ricevuto l’uomo da parte della figlia, con continue richieste di soldi, dopodiché insulti e umiliazioni. Tutto ciò avrebbe portato il 48enne all’estremo gesto.
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Palermo: la ricostruzione dei fatti
“Pagaci o ti accusiamo di violenza sessuale“, sarebbero state queste le continue minacce che il 48enne riceveva dalla figlia e dal suo partner, ancora minorenni. Dopo mesi di liti, in cui pare che siano intervenuti anche i servizi sociali, l’uomo era sfinito. “Ti prendiamo a legnate“, o anche “Ti spariamo”, tantissimi messaggi che attesterebbero le minacce e la violenza da parte della figlia nei confronti del padre.
Dalle indagini risulta anche che la 16enne abbia confessato al padre di essere incinta e, proprio per questo, aveva bisogno di altri soldi. Queste continue minacce e ritorsioni, ma anche la paura di essere accusato di qualcosa che non aveva commesso, hanno portato il 48enne a decidere di togliersi la vita, impiccandosi.
Dove si trovano i due minorenni ora
Da quando sono accaduti i fatti sono passati alcuni mesi e il 17enne, nel frattempo, è diventato maggiorenne. Oggi si trova nel carcere Malaspina di Palermo. Invece la 16enne è stata trasferita in una comunità a Catania.
I due dovranno rispondere a due capi d’accusa: estorsione e istigazione al suicidio. Stando alle prime indagini, la giovane poco dopo che è morta sua madre, avrebbe preteso di riscuotere l’intera eredità ed ha accusato il padre di non darle i soldi che le sarebbero aspettati. Sarebbero questi motivi che avrebbero spinto la ragazza a minacciare e ricattare il papà.
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