Omicidio Mollicone, la Corte di Cassazione dispone nuovo processo per i Mottola

La decisione dei giudici è stata accolta da un breve applauso e dalla commozione della sorella della vittima, Consuelo Mollicone, che ha dichiarato di confidare nella giustizia "che attendiamo da 24 anni"

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La Corte di Cassazione ha disposto un nuovo processo di appello, davanti ai giudici della Corte d’Assise d’appello di Roma, per il delitto di Serena Mollicone, la giovane 18enne uccisa il primo giugno del 2001 e trovata tre giorni dopo in un boschetto di Arce, in provincia di Frosinone. La Corte ha quindi accolto l’istanza della Procura generale contro l’assoluzione dell’ex comandante della caserma dei carabinieri del paese in provincia di Frosinone, Franco Mottola, della moglie Anna Maria e del figlio Marco, accusati dell’omicidio della ragazza.

La decisione dei giudici è stata accolta da un breve applauso e dalla commozione della sorella della vittima, Consuelo Mollicone, che ha dichiarato di confidare nella giustizia che attendiamo da 24 anni“. La donna ha sostenuto che da ieri la speranza di scoprire il colpevole della morte di sua sorella è finalmente tornata a vivere, dedicando un pensiero a suo padre, morto nel maggio 2020.

Franco Mottola e suo figlio hanno lasciato l’aula in silenzio e l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Frosinone ha parlato brevemente ai giornalisti, sostenendo di “stare bene“. Il legale della famiglia Mottola ha invece sottolineato di voler attendere le motivazioni del processo per “poi fare le valutazioni del caso“.

Nel corso della requisitoria, l’accusa ha sostenuto che la sentenza di appello sarebbe stata “viziata da plurime violazioni di leggi, con una pluralità di indizi non valutati in maniera unitaria“. Inoltre, si sarebbe trattato di “una pronuncia totalmente carente” ai fini della ricostruzione di quanto avvenuto il primo giugno 2001. La sentenza della Corte di Cassazione, che riapre un caso avvenuto ormai 24 anni fa, è giunta nello stesso giorno in cui è stata annunciata l’indagine sulla posizione di Andrea Sempio, l’amico del fratello di Chiara Poggi, nuovamente indagato nell’ambito del delitto di Garlasco.

Omicidio Mollicone: cosa successe

Il 3 giugno 2001, il corpo senza vita di Serena Mollicone è stato trovato nel boschetto di Arce, in provincia di Frosinone. Secondo una prima ricostruzione, sembrerebbe che la giovanissima sia uscita di casa il primo giugno per fare una radiografia e poi per incontrare un ragazzo che frequentava. Mollicone non tornerà mai a casa e la sera stessa della sua scomparsa suo padre Guglielmo lancia l’allarme. Tre giorni dopo la terribile scoperta.

Il corpo di Serena ha le mani e i piedi legati dal fil di ferro e la testa chiusa in un sacchetto. Attorno a lei si trovano i libri e i quaderni di scuola, ma manca il suo cellulare. L’autopsia riporta che la morte è avvenuta per un colpo alla testa, ma non vi sarebbe stata violenza sessuale. Nel settembre 2022, i carabinieri arrestano Carmine Belli, il carrozziere che aveva visto Serena litigare con un ragazzo biondo nel giorno della sua scomparsa. L’uomo dichiara che il giovane che aveva visto fosse proprio Marco Mottola, figlio del maresciallo dei carabinieri Franco Mottola. Belli si dichiara sin da subito innocente e al processo viene assolto.

Dopo anni di silenzio, l’11 aprile del 2008, un carabinieri della stazione di Arce, Santino Tuzi, viene trovato morto nella sua auto. Sembrerebbe che l’uomo si sia sparato con la sua arma di ordinanza, trovata sul sedile del passeggero. Poco prima di morire, Tuzi avrebbe raccontato di aver visto Mollicone entrare nella caserma dei carabinieri proprio nel giorno della sua sparizione. Le indagini, quindi, si concentrano sui carabinieri e a processo finiscono l’ex maresciallo Franco Mottola, sua moglie e suo figlio Marco, oltre a due carabinieri accusati di favoreggiamento e induzione al suicidio di Tuzi.

Omicidio Mollicone: la storia dei processi

La prima udienza si tiene il 19 marzo del 2021, durante la quale i pm chiedono 30, 24 e 21 anni d reclusione per i tre Mottola e 15 e 4 anni per i due carabinieri. Il processo si conclude con l’assoluzione di tutti gli imputati. In appello, poi, la Procura chiede una condanna a 24 anni per l’ex maresciallo dei carabinieri e 22 anni per la moglie e il figlio. Anche in questo caso sono tutti assolti. Ieri, quindi, i giudici della prima sezione della Corte di Cassazione hanno recepito la richiesta del procuratore generale, riaprendo nuovamente i processi sul caso.

I primi due processi avevano previsto l’assoluzione per mancanza di prove nei confronti degli imputati. Sembrerebbe non esservi prova, infatti, che Mollicone sia entrata nel giorno della sua morte nella caserma dei carabinieri di Arce e che lì sia stata uccisa al culmine di una lite con Marco Mottola. Inoltre, la Corte d’appello di Roma e la Corte d’Assise di Cassino hanno affermato che le dichiarazioni del brigadiere Tuzi sarebbero “confuse, generiche, ritrattate, rese sotto pressione“. La decisione, quindi, torna ora ai giudici di appello.

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