Alla tragedia della morte di Giulia Tramontano e del suo piccolo che aveva in grembo da sette mesi, Thiago, si aggiungono dettagli aberranti. L’autopsia rivela che il compagno, Alessandro Impagnatiello, le aveva somministrato del veleno.
Ambrogino d’oro per Giulia Tramontano il 7 dicembre
Ambrogino d’oro alla memoria di Giulia Tramontano. In occasione del 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio, il comune di Milano consegnerà la civica benemerenza alla giovane donna incinta assassinata dal compagno a maggio scorso. A stabilirlo la commissione giudicatrice.
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Gli altri premiati
La medaglia d’oro alla memoria va all’Università degli Studi di Milano, che celebra quest’anno un secolo di storia. Premiata anche Ilaria Lamera, la studentessa del Politecnico di Milano che ha dato il via alla protesta delle tende in piazza contro il caro affitti. Oltre a Tramontano le altre medaglie d’oro alla memoria verranno assegnate al sociologo Francesco Alberoni, scomparso lo scorso agosto, Angelo Chessa, impegnato insieme al fratello a tenere vivo il ricordo delle 141 vittime della tragedia del traghetto Moby Prince, la cantante di Comunione e liberazione Adriana Mascagni e l’impreditore Luigi Predeval.
Quindici le medaglie d’oro assegnate: a riceverle saranno tra gli altri l’ingegnera aeronautica Amalia Ercoli Finzi; il direttore di Sky TG24 Giuseppe De Bellis; il comico Pucci, l’ex presidente dell’associazione piazza Fontana Carlo Arnoldi, l’imprenditore Andrea Jarach, il direttore del carcere di San Vittore Giacinto Siciliano e la sceneggiatrice Cristina Mainardi.
Giulia Tramontano: l’abbraccio rappacificatore con l’altra donna
Gli investigatori hanno diffuso le ultime immagini della 29enne incinta uccisa lo scorso 27 maggio dall’ex compagno Alessandro Impagnatiello. Le immagini documentano gli ultimi istanti di vita della giovane e mostrano la partenza della donna da Senago per l’appuntamento chiarificatore con l’altra ragazza, poi l’abbraccio tra le due e il ritorno della 29enne a casa, dove Impagnatiello l’aspettava per ucciderla. Le immagini fanno parte del fascicolo sull’omicidio e sono state isolate dalle pm Alessia Menegazzo e Letizia Mannella e dai carabinieri del Nucleo investigativo.
Giulia Tramontano: Impagnatiello l’avvelenava da mesi
Nuovi sconcertanti retroscena nell’omicidio a Senago di Giulia Tramontano. Almeno da dicembre, Alessandro Impagnatiello, compagno e padre del bambino che la ragazza aveva in grembo, avvelenava Giulia. L’uomo non avrebbe usato solo del topicida, ma anche ammoniaca e cloroformio. la consulenza autoptica depositata alla Procura di Milano ha rivelato la presenza del veleno per topi sia nel feto che nel sangue della donna con un incremento della somministrazione nell’ultimo mese e mezzo.
Il 16 febbraio il barman ha acquistato via web una confezione di cloroformio stabilizzato con amilene. L’uomo il cloroformio l’aveva ordinato sotto falso nome, usando quello di Andrea Valdi. “Ho dormito molto male e mi sento drogata” scriveva Giulia al compagno.
Giulia Tramontano: i risultati dell’autopsia
I risultati dell’autopsia sul corpo della ventisettenne uccisa dal compagno mentre era al settimo mese di gravidanza rivelano fasi scioccanti della morte della ragazza. Non è chiaro se Impagnatiello le avesse somministrato il veleno in un’unica soluzione o a piccole dosi, ma nel sangue di Giulia e nei capelli del feto che aveva in grembo sono risultate delle tracce di Bromadiolone – il principio del veleno per topi.
Quanto emerso dall’autopsia è stato depositato alla Procura e notificata alla difesa di Impagnatiello e al legale che assiste i familiari di Giulia. La pm Alessia Menegazzo ed i carabinieri del nucleo investigativo di Milano propendono sul credere che Impagnatiello cercasse di avvelenare la 27enne con piccole dosi ma diluite nel tempo.
Giulia Tramontano: le e 37 coltellate
Sono state 37 le coltellate che Impagnatiello ha inflitto a Giulia Tramontano, la 27enne incinta del loro bambino, Thiago. L’autopsia rivela: “C’e’ la massima infiltrazione emorragica delle ferite di significato certamente vitale“, hanno scritto i medici legali nella relazione depositata alla Procura. Ciò significa che la ragazza è deceduta solo dopo aver ricevuto l’ultima delle 37 coltellate.
Nessuna lesione alle mani o agli avambracci, il che fa pensare che la ragazza non sia riuscita neanche a reagire. Colpita con un coltello sul viso, nella zona del collo e del torace, Giulia e il suo bambino non hanno avuto scampo.
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