I numeri di telefono di Mattarella, Meloni, Crosetto e Piantedosi in vendita online: indaga la polizia postale

Basta attivare un abbonamento da circa 50€ al mese a piattaforme specializzate e i contatti personali di figure di spicco della politica italiana o di altri personaggi rilevati possono essere aggiunti alla rubrica. Dopo la denuncia che ha svelato il meccanismo, sporta dall'esperto di informatica Andrea Mavilla, l'autorità del Garante per la Protezione dei Dati Personali ha aperto un'istruttoria

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I vertici dello Stato italiano non sono mai stati così reperibili. Le rubriche di chiunque possono essere arricchite dei contatti personali di politici oltre che di personaggi famosi, carabinieri, polizia, impiegati dei ministeri e della guardia di finanza. Come? Facendo una semplice ricerca online. Su internet infatti sembra sia possibile trovare i numeri di telefono privati di migliaia di persone influenti, ed è anche facile e costa poco.

Sottoscrivendo un abbonamento di 50 euro al mese con piattaforme ad hoc, si accede ad una sorta di “elenco telefonico” tra cui figurano, tra gli altri, i contatti dei big dello Stato, come il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, o i Ministri come Guido Crosetto e Matteo Piantedosi.

Un commercio illecito, chiaramente, di dati e una violazione della privacy esposta ed esaminata da Il Fatto Quotidiano, nonché argomento di un’inchiesta portata avanti da Sky Tg24 nel 2019. Nello specifico, tali piattaforme, chiamate portali di lead generation, sarebbero ancora attive e i contatti privati di politici e personaggi pubblici sono a disposizione di chiunque voglia pagare per averli.

I numeri che è possibile acquistare

Un enorme database dunque costituito da migliaia di contatti. Fin qui nulla di speciale se non fosse che non si tratta di numeri istituzionali, bensì di quelli privati usati per contattare parenti e amici stretti. Attualmente online, secondo quanto riportato da Sky Tg24, sono stati diffusi 2.125 contatti della presidenza del Consiglio, 13.822 del Ministero della Giustizia, 4.871 del Ministero dell’Interno, 11.688 del Ministero della Difesa. Ma se si è interessati a contattare “personale qualificato”, si può scegliere tra 3.805 dipendenti della Polizia di Stato, 6.301 dell’Arma dei Carabinieri, 6.018 della Guardia di Finanza.

Il problema di privacy che ora si pone è il pericolo che i numeri possano essere usati per seguire e conoscere la posizione delle persone in questione usando il sistema di geolocalizzazione.

I portali di lead generation che è possibile utilizzare per ottenere tali numeri sembra siano otto differenti, tra cui tre principali con sede in Russia, Stati Uniti e Israele. Nello specifico si tratterebbe di siti web nati con lo scopo di raccogliere i contatti di potenziali clienti da proporre poi ad aziende di vario tipo. Accedervi è semplice perché è possibile farlo anche gratuitamente ma per un periodo di tempo limitato. Infatti, chi desidera può iscriversi anche solo con una mail aziendale e attivare un abbonamento da circa 600€ l’anno.

Numeri online, le indagini

Nell’articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano, si spiega che “il punto è che non stiamo neanche parlando di dark web, di siti online complicati da raggiungere, di profili da nascondere per accedervi o di chissà quali capacità informatiche per acquisirli, avviene tutto alla luce del sole“. A svelare il meccanismo, viene chiarito, è stato l’esperto di informatica Andrea Mavilla e, sulla base delle sue scoperte, adesso la Polizia postale ha avviato un’indagine per verificare la diffusione delle informazioni personali in rete e la liceità del possesso di tali dati. Sulla vicenda anche il Garante della privacy ha aperto un’istruttoria.

La Polizia postale invierà nelle prossime ore, entro domani, un’informativa alla Procura di Roma in merito alle indagini avviate dopo la denuncia dell’informatico. Al momento, gli investigatori, del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche, stanno cercando di risalire a possibili soggetti eventualmente collegati ad aziende che avrebbero raccolto i dati, affinché possa essere compresa l’effettiva liceità dell’acquisizione delle informazioni personali.

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