“Nessuna Indulgenza per Gualtieri”: cittadini manifestano contro le politiche del Campidoglio

Associazioni e Comitati in piazza a Roma per contestare le politiche del sindaco. “Inceneritore = crimine ambientale” e “Stop al razzismo ambientale” tra gli slogan contro le opere ritenute speculative e dannose per i cittadini

Lucrezia Caminiti
7 Min di lettura

Nessuna indulgenza per il Sindaco di Roma e Commissario Straordinario per il Giubileo 2025 Roberto Gualtieri. Questa la promessa fatta oggi dai manifestanti scesi in piazza del Campidoglio per manifestare contro le politiche del Primo Cittadino di Roma.

Questo pomeriggio, dagli interventi agli striscioni più creativi, i cittadini si sono fatti sentire. Prima tra tutte un’enorme foto del duce nella sua posa iconica con sovrapposta la faccia di Gualtieri con sotto la frase de Il marchese del Grillo “io so io e voi non siete un…”. Non solo, oltre ai cartelli, i movimenti contro gli impianti hanno portato durante il corteo una vera e propria bara di legno con sopra una corona di fiori “per i 250” morti per Malagrotta.

Insomma, tantissimi cartelli e striscioni. Numerosi interventi hanno animato una piazza gremita, lanciando un messaggio forte e chiaro: Roma non accetta politiche speculative e opere che mettono a rischio ambiente e salute.

Il termovalorizzatore di Santa Palomba

Il progetto più contestato il termovalorizzatore di Santa Palomba, che l’amministrazione capitolina considera un elemento centrale per affrontare l’emergenza rifiuti di Roma. Per i manifestanti, invece, si tratta di un’opera obsoleta e pericolosa, non in linea con le politiche europee di economia circolare e riduzione delle emissioni.

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Questo è un crimine ambientale che non possiamo permettere,” hanno dichiarato i membri del Comitato No Inceneritore Santa Palomba. “Siamo davanti a un piano rifiuti da ritirare perché fuori tempo massimo rispetto al Giubileo, usato come alibi da Gualtieri per impianti dannosi per salute e ambiente. Utili solo ai profitti miliardari di chi se li spartirà nei prossimi decenni” hanno concluso.

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Sulla scalinata del Campidoglio, gli attivisti hanno esposto striscioni con frasi come “Inceneritore = crimine ambientale” e “No al termovalorizzatore, sì all’economia circolare”. Fumogeni neri hanno simbolicamente rappresentato l’inquinamento che l’impianto potrebbe generare, alimentando la rabbia di una cittadinanza “sempre più stanca delle scelte imposte dall’alto”.

Biodigestori: la preoccupazione di Casal Selce e Cesano

Altrettanto acceso è stato il dibattito sui due biodigestori anaerobici previsti a Casal Selce e Cesano. Questi impianti, progettati per trattare i rifiuti organici e produrre biogas, sono percepiti dai residenti e dai comitati locali come una minaccia per la vivibilità dei territori.

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Durante la manifestazione sono stati denunciati i rischi legati alla realizzazione degli impianti. I cittadini di Casal Selce, rappresentati dal Comitato “Noi Difendiamo Casal Selce”, hanno sottolineato come “l’area scelta sia inadatta: a meno di 100 metri si trovano abitazioni, scuole e residenze per anziani, tutti contesti estremamente vulnerabili all’impatto di un impianto industriale di tale portata”.

La Valle Galeria ha già pagato un prezzo altissimo con oltre 50 anni di Malagrotta,” ha dichiarato Domenico Razza, presidente del Comitato, facendo riferimento ai danni ambientali e sanitari legati alla storica discarica della zona. “Ora basta, non tolleriamo altro razzismo ambientale. La nostra battaglia andrà avanti: siamo pronti a rivolgerci alla giustizia europea se necessario, perché chi decide queste opere dovrà rispondere non solo davanti ai tribunali, ma anche davanti alla storia.”

Anche a Cesano i residenti si oppongono all’impianto, evidenziando il rischio di cattivi odori, impatti paesaggistici e la possibilità che queste opere favoriscano una gestione centralizzata e meno trasparente dei rifiuti. “Ci sono alternative sostenibili che non distruggono i territori,” hanno sottolineato dal palco i rappresentanti locali.

Un Giubileo che divide

Molte delle opere contestate, tra cui il termovalorizzatore e i biodigestori, sono state presentate come interventi necessari per il Giubileo 2025. Tuttavia, nessuno di questi progetti è ancora partito, suscitando accuse di immobilismo e di uso strumentale dell’evento per giustificare scelte controverse.

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Queste opere non servono ai cittadini, ma agli interessi speculativi di pochi,” ha dichiarato un’attivista in piazza. “Il Giubileo non può diventare un pretesto per devastare la città con cementificazioni selvagge e privatizzazioni.”

La protesta ha puntato il dito anche contro altre opere, come il raddoppio dell’acquedotto del Peschiera, l’autostrada Roma-Latina e il porto crocieristico di Fiumicino, tutte presentate come indispensabili per il Giubileo, ma criticate per il loro impatto ambientale e sociale.

Una protesta trasversale: dall’ambiente ai cittadini

La manifestazione non ha riguardato solo temi ambientali. Numerosi gruppi hanno portato in piazza altre istanze, a partire dal diritto alla casa. I Blocchi Precari Metropolitani, insieme a studenti e associazioni come Cambiare Rotta, hanno denunciato l’aumento degli sfratti e degli affitti brevi in vista del Giubileo. “In questa città è sempre più difficile trovare un posto letto a meno di 700 euro al mese,” ha spiegato Margherita Grazioli, attivista per il diritto all’abitare.

Anche il Comitato No Stadio Pietralata si è fatto sentire, opponendosi al progetto del nuovo impianto della Roma in un’area che, secondo i residenti, dovrebbe essere destinata a un parco pubblico e ad un ospedale.

Al grido di “Nessuna Indulgenza” per Gualtieri

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I manifestanti hanno definito la giornata di oggi un punto di partenza per una mobilitazione permanente. “Gualtieri ci voleva nascosti, ma oggi abbiamo riportato alla luce la polvere che pensava di aver messo sotto il tappeto,” ha dichiarato Giuseppe Libutti della Rete Caio.

Con un’ampia partecipazione trasversale, che ha visto uniti comitati ambientalisti, movimenti per la casa, associazioni studentesche e realtà locali, la protesta ha lanciato un messaggio forte: la città non intende restare a guardare mentre si decide il suo futuro senza ascoltare la sua voce.

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