Naufragio Cutro, un anno dopo: le famiglie delle vittime fanno causa allo Stato italiano

Un anno fa la strage del naufragio di Cutro ha sconvolto la cronaca italiana. Oggi cinquanta famiglie delle vittime e superstiti intenteranno una "causa civile risarcitoria contro lo Stato italiano" per "l'omissione di soccorso

Redazione
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Un anno fa la strage del naufragio di Cutro ha sconvolto la cronaca italiana. Oggi cinquanta famiglie delle vittime e superstiti intenteranno una “causa civile risarcitoria contro lo Stato italiano” per “l’omissione di soccorso e i gravi patimenti dei nostri cari successivi al naufragio”. “In quella causa saranno valutate anche le eventuali responsibilità di Frontex”. L’annuncio arriva direttamente da Gul Jamshidi, afghano che ha perso nel naufragio di Cutro il nipote.

Questa mattina all’alba si è tenuta una veglia per ricordare le 94 vittime della strage. Ad essere presenti sono state oltre trecento persone, tra cui i parenti delle vittime e alcuni dei superstiti. Presente anche Khaled Ahmad Zekriya, Ambasciatore della Repubblica Islamica e dell’Afghanistan a Roma. Sulla spiaggia sono stati sistemati i peluche che l’anno scorso furono lasciati dai cittadini al Palamilone, il palazzetto che ospitò le salme.

Un anno dal naufragio di Cutro

Perché noi sappiamo che le istituzioni sapevano da prima che la barca ‘Summer Love’ si trovava in mare vicino alle coste e che era in pericolo, ma non ha fatto nulla per diverse ore“, ha affermato Jamshidi ai giornalisti durante la conferenza stampa a Crotone. “Vorrei ringraziare tutte le persone italiane che ci hanno aiutato in quest’anno e anche l’ambasciata che ci è stata vicina per risolvere le procedure burocratiche” ha aggiunto.

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L’avvocato Stefano Bertone si occuperà dell’esposto che sarà presentato non prima che siano chiuse le indagini penali, precisa il legale. “La prima denuncia la presenteremo a Roma dove ha sede la Presidenza del consiglio dei ministri e la seconda a Catanzaro – afferma Bertone – Cosa ha fatto Frontex delle informazioni arrivate quella notte? Non ci sono solo le responsabilità delle ultime ore, ma c’è un sistema che non ha funzionato. Frontex si tiene le informazioni e facilita il compito delle autorità italiane di sbagliare, che permettono un reato gravissimo. Se fossero stati avvisati prima avrebbero commesso lo stesso errore o no?“.

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