Un nuovo incidente sul lavoro a Nardò, in provincia di Lecce, rilancia in Italia la discussione animatissima sulla sicurezza lavorativa, apertasi la scorsa settimana a seguito del tragico incidente avvenuto in un cantiere edile a Firenze, dove sono morti cinque operai.
Un collaudatore di moto è deceduto a seguito di un incidente sulla pista Porsche Engineering di Nardò, dove stava lavorando insieme ad un collega. Per cause ancora da accertare l’uomo a bordo della moto si sarebbe scontrato contro un’automobile, durante alcuni test che si stavano svolgendo sulla pista. Secondo le prime ricostruzioni il veicolo su cui era a bordo il collaudatore, probabilmente dipendente di una ditta esterna che usufruisce dei servizi della pista Porsche, era in sella ad una Porsche Panarema che avrebbe preso fuoco a seguito dello scontro, come riporta Repubblica.
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Nulla da fare per Mattia Ottaviano, 36enne di Tuglie, a causa dei traumi troppo gravi riportati nello scontro. I soccorritori del 118, immediatamente intervenuti sul luogo dello scontro, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del collaudatore. Ferito, anche se non in condizioni gravi, il conducente dell’automobile. Sul posto sono intervenuti, oltre ai mezzi del 118, anche i vigili del fuoco, i carabinieri dipendenti della compagnia di Gallipoli e il personale dello Spesal. Le attività all’interno dell’anello di Nardò sono per ora sospese.
Nardò, Cgil: “Il governo faccia leggi a tutela della vita dei lavoratori“
Subito dopo la diffusione della notizia del collaudatore deceduto sulla pista di Nardò, la segretaria generale della Cgil di Lecce Valentina Fragassi ha voluto commentare la vicenda, esortando il governo ad intervenire a favore della sicurezza dei lavoratori. “Mentre siamo in riunione in Prefettura per la prevenzione e il rispetto della salute e della sicurezza, l’ennesima morte di un lavoratore di una ditta in subappalto. Non se ne può più! Ora basta!” ha esordito così la segretaria Fragassi, come riporta Ansa, per poi rivolgersi direttamente al governo: “Il governo non faccia comunicati di cordoglio ma leggi a tutela della vita di chi lavora. Di lavoro si deve vivere, non morire“.
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