Napoli, maxi-blitz svela la rete parcheggiatori abusivi

I malavitosi comunicavano grazie alla chat della Playstation, 21 gli arresti e fra gli indagati anche una guardia penitenziaria

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Il gip del tribunale di Napoli è riuscito dopo anni a scoprire il torbido che si nascondeva nella città partenopea e ad infliggere un colpo durissimo a due famiglie della criminalità organizzata del napoletano: i Troncone e i Frizzeri. Il blitz ha portato all’arresto di 21 fra i 24 indagati fino a questo momento dal gip, e adesso spetterà al tribunale giudicare sulla base delle prove raccolte.

Camorra, il caso e l’operazione “Bella Napoli”

Bella Napoli”, così era stata chiamata l’operazione, poiché le zone più frequentate dagli indagati erano quelle turistiche del capoluogo campano. Proprio lì, infatti, si pensa che avvenissero varie attività criminali, fra cui truffe e spaccio di stupefacenti ed estorsioni. Le due famiglie, infatti, avrebbero anche sfruttato i parcheggiatori abusivi della zona, chiedendogli una somma di denaro per poter svolgere le loro attività criminali.

Un destino condiviso anche da venditori ambulanti e piccoli commercianti della zona, ma anche da altri delinquenti che si occupavano del contrabbando di sigarette o allo spaccio di sostanze. Questi ultimi avrebbero subito spesso le pressioni dei malavitosi, affinché spacciassero i propri prodotti. I traffici avevano poi coinvolto anche il mercato di gadget calcistici, che ha raggiunto il massimo guadagno (ovviamente illecito) con la vincita dello scudetto del Napoli, che ha favorito lo scambio della merce di contrabbando. 

Camorra, gli arresti, le accuse, le ombre

Dei 24 indagati 21 sono stati arrestati o hanno subito misure interdittive, uno dei quali sarebbe addirittura una guardia penitenziaria collusa. I capi di imputazione sono l’estorsione illecita di denaro, traffico di sostanze stupefacenti, possesso di armi illegali e contrabbando. L’operazione ha avuto successo grazie alle indagini compiute su alcuni acquisti del clan Troncone, compiuti con i proventi illeciti, e delle intercettazioni rimaste celate fino ad ora grazie ad un curioso metodo, che però ha tenuto i traffici nascosti per più di tre anni.

I criminali, infatti, comunicavano fra di loro utilizzando la chat di gioco della Playstation. Sulla console, infatti, era più facile parlare dello spaccio di droga, anche grazie al colorito linguaggio in codice che sfruttava i nomi di famosi calciatori come Oshimen o Kvaratsheilia, che impiegati in frasi pre- codificate, ad esempio “Quanto è forte Oshimen”, avrebbero indicato la disponibilità di certe sostanze in determinate piazze di spaccio. Le mosse dei criminali però non hanno fermato le forze dell’ordine che sono riuscite a rintracciare le chat e a tagliare una delle molte e lunghe dita della Camorra.

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