Emanuele Tufano di 15 anni, Santo Romano di 19 anni, Arcangelo Correra di 18 anni. Sono questi i nomi delle vittime giovani che ha mietuto il territorio di Napoli e provincia in questi ultimi 17 giorni. Un problema quello della violenza e dell’aggressività che sta diventando sempre più grave e necessita di un intervento immediato.
Allarme a Napoli e provincia
La crescita degli episodi di violenza che terminano in delitti tra i più giovani sta diventando una piaga per il territorio partenopeo e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ammette che quello che fanno le istituzioni “non è sufficiente” e parla della necessità di lavorare sull’educazione. “Le forze dell’ordine sono già molto
attive” afferma, sottolineando l’importanza della videosorveglianza e del controllo del territorio. Ma per lui va fatta soprattutto ” un’attività di sostegno forte negli ambienti dove crescono questi giovanissimi” e questo “ci deve spingere ulteriormente a lavorare sul lavoro, sull’inclusione sociale e sull’educazione”.
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è preoccupato. Agostino Ingenito, il presidente dell’associazione dei b&b, affittacamere case vacanze, afferma che “l’ennesima sparatoria ci allarma, abbiamo ricevuto decine di segnalazioni di gestori e ospiti, ed alcuni hanno comunicato di voler lasciare le strutture della zona del centro storico. Auspichiamo una maggiore azione di monitoraggio e controllo sul territorio soprattutto nelle ore serali”. Ieri circa 300 persone sono scese in piazza per la manifestazione ‘Liberiamo Napoli dalle violenze’, organizzata da Libera e dalla diocesi. “Una straordinaria mobilitazione civile”, l’ha definita Manfredi.
Le dichiarazioni del questore Agricola
Il questore Maurizio Agricola è stato intervistato da la Repubblica, a cui ha parlato di quanto si stia rivelando preoccupante la situazione di violenza nel territorio partenopeo soprattutto tra i giovani. Agricola si spiega la facile predisposizione dei giovani a uccidere col fatto che secondo lui “la vita non ha valore per alcuni di loro“, portando gli esempi di giovani che hanno ucciso per futili motivi come per il parcheggio di un motorino o per una scarpa pestata.
“Siamo di fronte a una sconcertante banalità del male nelle fasce più giovani“. Conferma che i casi sono tutti scollegati, ma dichiara che se i giovani sentono la necessità di girare armati e sparare per futili motivi, “è evidente che è radicata una mentalità camorristica e una metodologia di azione criminale camorristica”. Il problema dei giovani è che possono reperire le armi facilmente tramite il dark web. Per fermare questo traffico ci sono delle indagini in corso.
Il questore capisce che si crei l’allarme, ma rassicura che “il territorio è presidiato” e che le forze dell’ordine si dividono il controllo del territorio con un “piano coordinato e integrato”. Nonostante ciò, se questi episodi continuano a crescere, “diventa concretamente molto difficile intercettarli tutti”. Afferma che comunque le cose si possono migliorare e promette che lavorerà insieme alla prefettura per rendere più efficace la prevenzione e la repressione.
Ci tiene a sottolineare che le forze dell’ordine sono riuscite a risolvere rapidamente gran parte dei delitti, “segno che la conoscenza del territorio è profonda da parte degli investigatori”. Ritiene che comunque sia necessaria un’azione multidisciplinare sinergica tra scuola, famiglia e istituzioni. “C’è un problema sociale e dobbiamo affrontarlo insieme” afferma, sottolineando che bisogna insegnare ai bambini la cultura della legalità, lavorare nel sociale e valorizzare lo sport come mezzo per l’inclusione.
Le ultime vittime
Emanuele Tufano è stato ucciso nella notte tra il 23 ed il 24 ottobre. Una sparatoria tra bande giovanili che si è tenuta nel centro di Napoli e con una ventina di colpi esplosi, uno ha colpito Tufano sulla schiena, uccidendolo, forse mentre cercava di scappare. Aveva solo 15 anni. Il motivo della sparatoria sarebbe legato allo sconfinamento di un gruppo di giovani armati provenienti dal rione Sanità che hanno sparato contro un gruppo più piccolo di rivali di piazza Mercato, che hanno risposto sparando a loro volta. Al momento gli indagati sono un 15enne e un 17enne.
Santo Romano è stato ucciso nella notte tra l’1 e il 2 novembre a soli 19 anni a San Sebastiano al Vesuvio a causa di una scarpa di valore calpestata per errore. L’assassino è un 17enne. Arcangelo Correra è morto a 18 anni nella notte tra l’8 e il 9 novembre ucciso dal cugino, il 19enne Renato Caiafa. In questa occasione pare che tutto sia stato un semplice errore: il 19enne, mentre stava maneggiando una pistola, ha sparato per sbaglio, colpendo il cugino che è morto nelle ore successive in ospedale.
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