Una ragazza di soli 30 anni è deceduta lo scorso lunedì nel mare di Posillipo, in provincia di Napoli. Travolta da un’imbarcazione mentre si trovava su un kayak è stata scaraventata a circa 20 metri di distanza ed ha così perso la vita. Un pomeriggio di relax, trascorso insieme ad un amico, si è trasformato in un incubo.
Il natante che avrebbe travolto la 30enne, infatti, non si sarebbe fermato per prestare soccorso e si sarebbe velocemente dileguato. L’allarme è stato lanciato da un terzo natante che passando sul luogo dell’incidente ha notato l’amico della vittima in stato di shock in acqua. Gli agenti della Guardia Costiera sono intervenuti immediatamente e dopo aver tratto in salvo il 23enne miracolosamente vivo, hanno dato inizio alle ricerche della 33enne.
Questa è stata ritrovata poco dopo, purtroppo già senza vita. Ieri è stato trovato il responsabile della morte della giovane. Si tratta dell’avvocato Guido Furgiuele che al momento è indagato per omicidio colposo e omissione di soccorso. La famiglia di Furgiuele è proprietaria di una delle tre barche individuate dalle forze dell’ordine e si ipotizza che fosse lui alla guida del cabinato di 18 metri che avrebbe colpito la 30enne.
Ascoltato dagli inquirenti, Furgiuele avrebbe detto di non essersi accorto di nessuna collisione. Oggi lo ha ripetuto all‘ANSA: “Io e i miei sei ospiti non abbiamo avvertito alcun impatto. Uno dei miei ospiti ha visto a poppa un ragazzo sbracciarsi e siamo tornati indietro per soccorrerlo. Lui ha detto che la ragazza era stata investita da una barca velocissima ed eravamo convinti che non fosse la mia. Più di soccorrerlo e dare l’allarme non potevamo fare“.
Napoli, il racconto del sopravvissuto
Secondo quanto raccontato dal 23enne, che era sul kayak insieme alla vittima, sembrerebbe che un’imbarcazione, probabilmente uno yacht, stesse sfrecciando ad alta velocità. Non essendosi reso conto della presenza del kayak arancione con a bordo i due ragazzi, lo avrebbe travolto per poi continuare la sua folle corsa. Il giovane avrebbe poi raccontato di essersi salvato solo perché si sarebbe tuffato dal kayak, mentre la 30enne non sarebbe riuscita a liberarsi in tempo.
Gli inquirenti, oltre al controllo delle immagini delle telecamere di sicurezza, stanno scandagliando tutti gli ormeggi di Napoli, soprattutto nelle zone tra Mergellina e il Borgo Marinari, dove l’imbarcazione potrebbe essere approdata vista la poca distanza dal luogo dell’incidente. Il natante è ricercato con le accuse di omicidio e omissione di soccorso.
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