Monza, la “Mantide della Brianza” condannata a 16 anni: drogava uomini per derubarli

Tiziana Morandi è stata condannata dal tribunale di Monza per 21 reati con una pena di 16 anni e 5 mesi di carcere, ma la difesa è pronta al ricorso

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Tiziana Morandi è stata condannata dal tribunale di Monza per ben 21 reati con una pena di 16 anni e 5 mesi di carcere, tre anni di libertà vigilata e un risarcimento di undicimila euro. Una punizione esemplare per una donna che è stata accusata da nove uomini diversi di averli narcotizzati e derubati durante i loro appuntamenti.

L’accusa aveva chiesto una detenzione pari a 15 anni di reclusione, ma il giudice ha deciso di aggiungere un anno e cinque mesi proprio la gravità dei reati, per cui “è stato solo un caso che non sia morto nessuno“. Le accuse mosse alla donna le avevano fatto guadagnare il soprannome di mantide della Brianza proprio per il disinteressa dell’imputata nei confronti delle sue vittime, che è stato confermato anche dal sorriso che la donna ha rivolto al suo difensore al momento della condanna.

Monza, i reati della Mantide della Brianza

Tiziana Morandi, 47 anni di Roncello, è stata arrestata lo scorso luglio e da allora è detenuta in carcere a seguito delle indagini dei carabinieri di Monza e Brianza che l’hanno ritenuta colpevole di 21 reati diversi, tra cui utilizzo indebito di carte di credito, violazioni delle leggi sugli stupefacenti e somministrazione di benzodiazepine.

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Tiziana Morandi, la mantide della Brianza

Il caso è nato a seguito della denuncia di diversi uomini che dopo essere usciti per un appuntamento con la donna, conosciuta solitamente su Facebook o proprio nei bar della provincia, si ritrovavano storditi e in alcuni casi anche privi di senso. Inizialmente i vari casi stavano per essere archiviati, finché i militari non si sono resi conto che le varie denunce indicavano sempre la stessa donna come possibile colpevole.

La mantide della Brianza è stata quindi individuata e gli inquirenti si sono resi conto che il suo modus operandi era quasi sempre lo stesso. Adescava uomini con la promessa di massaggi portentosi, per poi drogare le loro bevande con dei potenti calmanti allo scopo di rapinarli. Spesso però le promesse cambiavano a seconda dell’età delle vittime: per i più giovani massaggi, per i più anziani raccolte di beneficienza.

La donna si è sempre dichiarata innocente ed a sua volta accusava le sue vittime di averla denunciata solo perché scontenti di non aver ottenuto da lei ciò che speravano.

Monza, i racconti delle vittime

Le nove vittime della mantide hanno un’età compresa tra i 27 e gli 83 anni. Proprio grazie al racconto della vittima più anziana, ritrovata senza sensi in casa dal figlio e prontamente soccorso dal 118, è stato possibile comprendere che dietro le varie denunce c’era la colpevolezza della stessa donna. L’anziano avrebbe raccontato ai carabinieri della stazione di Bellusco, in provincia di Monza, di aver perso i sensi dopo aver bevuto una camomilla in compagnia di una donna che si era presentata a casa sua per una raccolta fondi benefica. Al risveglio l’uomo si è reso conto di essere stato derubato dei suoi gioielli e anche della sua fede.

La stessa tecnica era stata utilizzata da Tiziana Morandi con vari anziani, tutti derubati dopo aver perso i sensi. In particolare il furto più riuscito ha riguardato un uomo di 47 che su Facebook le aveva confidato di voler vendere la sua collezione di monete e pennini d’oro dal potenziale valore di 80 mila euro.

Nel processo, però, si è costituito parte civile solo un ventottenne di Trezzo che ha dichiarato di aver avuto un incidente stradale dopo essere stato drogato dalla mantide. Il giovane si è infatti schiantato contro il cancello di una villetta, dove fortunatamente non era presente nessuno, nonostante fosse il luogo preferito di alcuni bambini per giocare. Una tragedia scampata, che si è unita a quelle delle altre vittime che hanno raccontato di aver perso i sensi mentre erano in bicicletta oppure di aver impiegato giorni a tornare lucidi.

Proprio per la gravità delle conseguenze dell’uso delle benzodiazepine, il giudice del tribunale di Monza ha deciso di aumentare gli anni di carcere di Tiziana Morandi, che avrebbe potuto uccidere a causa delle sue azioni. “Siamo qui a discutere di rapina e lesioni perché che non sia morto nessuno è soltanto frutto del caso“, ha infatti dichiarato il pm di Monza, che non ha concesso all’imputata neanche le attenuanti generiche.

Monza, la difesa della mantide della Brianza

La difesa di Tiziana Morandi ha richiesto la perizia psichiatrica sulla donna portando avanti la teoria per cui possa soffrire di “disturbo della personalità con tratti antisociali e evitanti“. Inoltre secondo l’avvocato dell’imputata i racconti delle vittime sono contraddittori e le loro denunce sono risalgono ad alcuni giorni dopo l’assunzione del calmante.

Per il legale, poi, alcune analisi effettuate sulle vittime non sarebbero valide, poiché alcuni di loro erano soliti comunque far uso di benzodiazepine, mentre altri addirittura non avevano tracce del medicinale nel loro sangue.

La difesa sembrerebbe quindi essere pronta a fare ricorso, fatto che spiegherebbe il sorrisetto soddisfatto della Morandi durante il processo in primo grado.

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