Mina, la “tigre di Cremona”, oggi compie 85 anni. Dal suo debutto nel 1958 con il brano “Nessuno” ha costruito una carriera che ha segnato un cambiamento nel panorama musicale, conquistando le classifiche e i cuori degli italiani. La voce potente, il modo di porsi sul palco e la ricerca costante di sperimentazione l’hanno resa un’icona di forza e autodeterminazione per molte donne, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. La sua carriera, che attraversa oltre sei decenni, ha saputo trasformare la sua immagine da stella della musica leggera a simbolo di indipendenza e modernità.
Negli anni Sessanta, Mina divenne una delle cantanti più popolari del panorama musicale italiano. Brani come “Le mille bolle blu”, “Tintarella di luna” e “Bugiardo e incosciente” la misero al vertice delle classifiche, consacrandola a uno dei volti più noti della musica leggera. Ma la sua abilità di spaziare tra generi e stili diversi, dal jazz al pop, la rese unica.
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Sempre negli anni Sessanta, fece il suo ingresso nel mondo della televisione, partecipando a trasmissioni come “Sabato sera” e “Studio Uno”. Quest’ultima è stata una delle trasmissioni più popolari dell’epoca. Nonostante non si sia mai autodefinita femminista, Mina ha incarnato una femminilità emancipata, che ha infranto convenzioni e stereotipi. La sua indipendenza, la sua scelta di non adattarsi ai modelli tradizionali di bellezza e femminilità, e la sua attitudine a non voler essere un’immagine perfetta e stereotipata l’hanno resa una figura di riferimento per molte donne.
Mina, tra dominio delle classifiche e dischi più venduti
L’album “Mina”, pubblicato nel 1964, fu uno dei più venduti di sempre e divenne il simbolo dell’abilità di fondere musica pop con il jazz e la musica leggera. Con “Mina in Studio Uno” e “Mina live”, la cantante continuò a impressionare con la potente voce e la capacità di coinvolgere il pubblico. Nel corso degli anni Settanta consolidò la sua posizione con i dischi “Del mio meglio” e “Mina e il suo concerto”. Quest’ultimo è uno degli album dal vivo più amati, in grado di catturare la bellezza delle sue performance. Sono oltre 150 milioni i dischi venduti in Italia e nel mondo.
Eppure, il suo impatto non si fermò solo ai numeri: ha ricevuto numerosissimi dischi di platino e d’oro, oltre ai prestigiosi premi Telegatto nel 1969 e il Premio alla Carriera al Festival di Sanremo nel 1997. Nonostante la decisione di scomparire dal palcoscenico negli anni Settanta, la sua musica continua a essere una costante nella cultura popolare.
Il mito di Mina
Nel “ventennio d’oro” della musica italiana, dal 1960 al 1977, Mina ha saputo interpretare la canzone d’autore con una modernità e una sensualità che l’hanno resa una delle cantanti più rivoluzionarie della sua generazione. Canzoni come “L’importante è finire”, che fu censurata dalla Rai, rappresentano momenti di rottura con le convenzioni e con i tabù della sua epoca.
Lontana dalla figura della “diva” convenzionale, Mina non si è mai piegata alle aspettative di un’industria musicale che tendeva a imporre modelli femminili rigidi. Il suo modo di essere ha contribuito a ridefinire la femminilità, dando voce a una donna moderna, indipendente e potente.
Similmente, la scelta di allontanarsi dai riflettori può essere vista come l’ennesima forma di emancipazione. Dopo aver raggiunto il picco del successo, Mina decise nel 1978 di ritirarsi dalle scene televisive e pubbliche, non per paura del giudizio, ma per un desiderio di protezione della propria privacy e della propria indipendenza. Mina dimostrò che una donna non doveva essere perennemente visibile per mantenere la sua forza e il suo valore artistico. La sua assenza, infatti, non ha fatto che alimentare il suo mito, rinforzando il concetto che una donna può essere potente anche senza essere costantemente esposta.
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