Milano, arresti tra gli Ultras di Milan e Inter: in manette anche bodyguard di Fedez

Sembrerebbe che le due parti abbiano utilizzato "metodi violenti" non solo per la risoluzione di controversie direttamente afferenti a questioni di tifo ma anche per quella di vicende connesse a ulteriori affari illeciti

Redazione
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Un blitz della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Milano, ha portato all’arresto di 19 persone indagate a vario titolo per associazione per delinquere, con l’aggravante del metodo mafioso, estorsione, lesioni ed altri gravi reati. Le persone arrestate sarebbero parte del mondo degli Ultras di Milano, delle tifoserie di Inter e Milan, e sembrerebbe che i reati compiuti rientrino in un giro di affari legato proprio al tifo e al contesto calcistico.

Tra i nomi che sono risultati coinvolti nella maxi operazione, messa in atto dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e dalla Squadra Mobile della S.I.SCO di Milano, risulterebbero Marco Ferdico, capo ultras interista legato all’ndranghetista Antonio Bellocco, Luca Lucci, capo degli ultras milanisti, già condannato per droga e conosciuto per una foto che lo ritrae insieme a Matteo Salvini alla festa per i 50 anni della Curva SUd nel 2018, e Christian Rosiello, bodyguard del cantante Fedez.

Milano, sgominato patto tra tifoserie per gestire profitti

Le indagini della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza hanno permesso di portare alla luce un traffico di influenze illecite che si era creato attorto allo stadio di Milano. Sembrerebbe che i capi delle tifoserie di Inter e Milan avessero stretto un accordo negli anni ’80 che solo apparentemente era necessario per dare prova di civiltà. In realtà l’alleanza serviva a creare una gestione degli affari illegali che fosse equa tra le due tifoserie e a portare avanti anche progetti e obiettivi comuni.

Secondo quanto riportato nell’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Domenico Santoro, sembrerebbe che le due parti abbiano utilizzato “metodi violenti” non solo per la risoluzione di controversie direttamente afferenti a questioni di tifo ma anche per quella di vicende connesse a ulteriori affari illeciti, quando non di rilievo esclusivamente personale. In particolare, per quanto riguarda la Curva dell’Inter, sembrerebbe che vi fosse “un quadro fosco“, caratterizzato da “interessi di natura economica, speculazioni e condotte delittuose ascrivibili all’ordinaria dinamica degli stadi si coniugano con un fattore di recente emersione“, ovvero “le attenzioni dell’ndrangheta sul mondo del tifo organizzato“.

Nello specifico, le indagini avrebbero rivelato che la Società interista si troverebbero in “una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo, di fatto, per agevolarli seppur obtorto collo“.

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