Si pensava a una morte naturale fin quando l’autopsia ha rivelato uno scenario del tutto inaspettato. Un’anziana donna di 75 anni era stata ritrovata senza vita nella sua abitazione nel quartiere Lambrate di Milano nella notte tra il 12 e il 13 gennaio scorso.
Milano, le incongruenze nella vicenda
Grazie alle indagini dirette dal pubblico ministero, Giancarla Serafini e condotte dalla Squadra mobile di Milano, è stato possibile svelare la vera natura della morte dell’anziana rinvenuta nel suo appartamento riversa a terra in via Wildt. Nello specifico, è stata l’autopsia sul corpo della donna a far luce su caso, facendo emergere che la 75enne è stata soffocata. Una scoperta che ha immediatamente fatto insospettire gli inquirenti che, quindi, hanno iniziato a dirigere le indagini in direzioni differenti.
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L’inchiesta, così, ha portato all’arresto del figlio 48enne con l’accusa di omicidio volontario e maltrattamenti, in quanto sarebbero emerse incongruenze dai fatti raccontati dall’uomo. Consulente libero professionista, l’indagato aveva chiamato i soccorsi del 118 nella notte tra il 12 e il 13 gennaio, dicendo che la madre non si sentiva bene. La donna, con problematiche di salute accertate per le quali assumeva specifici farmaci, era stata poi trovata morta con ferite vistose e che sembravano potessero essere compatibili con una caduta. Il 48enne aveva semplicemente spiegato il fatto agli agenti raccontando agli agenti che stava lavorando al pc quando la madre era caduta a terra.
Fin da subito, però, alcuni elementi stridevano alle orecchie della pm e degli investigatori della Squadra mobile di Milano, motivo per cui, per l’appunto, è stato deciso di disporre l’autopsia sul corpo della donna svelando il soffocamento. Inoltre, non hanno convinto neanche i tempo della chiamata al 118 rispetto alla versione del 48enne e grazie alle indagini è stato possibile accertare che dopo la morte, l’uomo avrebbe effettuato un bonifico dal conto dell’anziana al suo e il giorno seguente avrebbe prelevato in banca circa 30mila euro.
In questi due mesi, il 48enne era stato convocato per un interrogatorio per rispondere sugli elementi che erano emersi nel frattempo, ma si era avvalso della facoltà di non rispondere. Le indagini hanno accertato che nell’ultimo periodo aveva problemi economici, che era andato a vivere con la madre dopo la separazione dalla moglie e che era preoccupato per gli obblighi di mantenimento dei figli.
Milano, l’ipotesi degli inquirenti
Al momento, quindi, l’ipotesi degli inquirenti ricostruirebbe la vicenda affermando che l’uomo abbia strangolato la madre a mani nude, anche se gli esiti finali dell’autopsia non sono ancora stati depositati. Si è scoperto, inoltre, che in passato le forze dell’ordine erano già intervenute nell’abitazione di Lambrate per liti, tanto che all’uomo, nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dalla gip, Fiammetta Modica, è stata contestata, oltre all’accusa di omicidio volontario aggravato, anche quella di maltrattamenti.
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