La morte dei tre giovani ragazzi, di origine cinese, deceduti nell’incendio di un magazzino in via Cantoni a Milano, lo scorso 12 settembre, sarebbe stata causata da un debito di 40mila euro che il proprietario del locale dato alle fiamme non avrebbe estinto. Le tre vittime, quindi, si sarebbero trovate al centro di un regolamento di conti, purtroppo finito in tragedia.
Sono tre le persone finite in carcere con l’accusa di omicidio volontario plurimo, incendio e tentata estorsione. Il presunto esecutore materiale è stato arrestato in Olanda e sarebbe destinatario di un mandato d’arresto europeo, mentre i sospetti mandanti sono stati fermati a Milano. Gli ultimi due sarebbero entrambi di origine cinese. Secondo quanto emerso dalle indagini, il presunto esecutore materiale sarebbe anche l’autore delle minacce con coltello che i proprietari del locale avrebbero ricevuto il giorno prima e la mattina stessa del rogo.
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Le immagini di videosorveglianza della zona avrebbero poi ripreso l’esecutore materiale mentre versava una sostanza accelerante all’interno del locale attraverso un lucernaio sul tetto. Questa sostanza sarebbe poi stata individuata da un cane pastore belga specializzato. I tre giovanissimi, di età compresa tra i 24 e i 17 anni, sono morti mentre si trovavano a letto, sorpresi dal rogo, all’interno dell’edificio che utilizzavano per dormire in quel periodo.
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