Messina Denaro in coma irreversibile: “Nessun funerale in Chiesa”

Sono emersi oggi i dettagli dell'interrogatorio del boss Massina Denaro reso ai pm dopo l'arresto. "Non conosco Casa nostra e non ho mai usato la pistola che ho comprato" ha dichiarato il capomafia

Redazione
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Oggi è stato depositato e reso dopo la cattura al procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e
all’aggiunto Paolo Guido l’interrogatorio del boss Matteo Messina Denaro. Durante il lungo colloquio il capomafia ha deciso di aprirsi e raccontare qualcosa di sé, della sua vita e di mettere un punto alla vicenda che riguarda il piccolo Di Matteo. Primo argomento tra tutti la cattura: “Mi avete preso solo grazie alla mia malattia, ho deciso io di costituirmi. Non voglio fare il superiore, ma stanno così le cose”.

Messina Denaro: le sue volontà

L’ex boss mafioso è sorvegliato da medici e forze dell’ordine. Da giorni è sedato e non più alimentato. Le sue condizioni restano critiche ed emergono dettagli sulle sue ultime volontà: “Rifiuto ogni celebrazione religiosa perché fatta di uomini immondi che vivono nell’odio e nel peccato” aveva scritto Messina Denaro su uno dei pizzini ritrovati dopo il suo arresto.

Messina Denaro in coma

Il boss Matteo Messina Denaro è in coma irreversibile. I medici non hanno ancora sospeso l’alimentazione artificiale del capomafia ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Le condizioni del boss erano peggiorate nei giorni scorsi e dal 12 settembre erano state sospese le cure e mantenuta solo la terapie per il dolore.

Messina Denaro: “Non conosco Cosa nostra di persona”

Il boss durante il lungo interrogatorio ha fatto sapere ai giornali qualcosa in più sulla sua vita, ma senza realmente sbilanciarsi. Ha dichiarato di “ritenersi un uomo d’onore”, ma non un mafioso e che non conosce direttamente l’organizzazione Casa nostra, bensì ne ha solo letto sui giornali. Per quanto riguarda la sua vita prima della cattura ha confessato essere molto complicata, specialmente a causa dell’assenza della tecnologia, necessaria per via della latitanza. Comunque, il boss ha spiegato che, nonostante tutto, ha vissuto numerose esperienze avventurose e non ha mai avuto tempo per annoiarsi. Durante i colloqui ha anche confessato di aver avuto con sé sempre una pistola, anche se non l’ha mai usata per fare del male a nessuno.  

Le ultime parole sul piccolo Di Matteo

Per quanto riguarda la vicenda del piccolo Giuseppe Di Matteo, il boss Messina Denaro ha voluto ribadire ancora una volta di non averlo ucciso e che anzi, “non l’avrebbe mai fatto”. “Non sono un santo ma la cosa a cui tengo maggiormente è non passare come l’omicida del bambino” queste le parole conclusive durante l’interrogatorio di Messina Denaro, a proposito del il figlio dodicenne del pentito Santino Di Matteo, rapito e poi sciolto nell’acido.

Messina Denaro e il tumore al quarto stadio

Il boss Messina Denaro sta perdendo colpi e ormai la sua vita è appesa ad un filo. L’unica cosa che riesce a malapena a sostentarlo sono i succhi di frutta. Da quando è stato rinchiuso nel supercarcere dell’Aquila, il 16 gennaio, il capofila mafioso si sottopone a cicli di chemio per sconfiggere il tumore che settimana dopo settimana non gli lascia scampo. Stando alle informazioni dei suoi medici curanti il cancro al quarto stadio non gli permette più di mangiare e a malapena si regge in piedi. Le condizioni di salute del boss sono di giorno in giorno in netto peggioramento e potrebbe non riuscire a superare il mese di agosto.

Cerella, il legale del boss Messina Denaro: “Condizioni di salute disperate”

A chiedere di spostare il boss dal 41 bis, per via delle sue “condizioni di salute disperate” è il legale Alessandro Cerella, che dallo scorso giugno affianca la nipote dell’ex primula rossa, l’avvocato Lorenza Guttadauro, nella difesa del capomafia. “Ogni giorno peggiora, non sta affatto bene e non può più essere curato dentro ad una cella del 41 bis. Gli serve al più presto un trasferimento in un ospedale, ha bisogno di flebo e assistenza h24”.

Più che continuare a curarsi quella del boss palermitano è una situazione clinica ormai giunta al termine, che non lascia altri scenari se non una morte in tempi brevi. Di giorno in giorno le sue condizioni di salute si aggravano e nella struttura del 41 bis è difficile far operare i medici e lo staff che lo seguono in modo costante.

Il trasferimento in ospedale

A giugno l’intervento urologico, domenica scorsa, invece, l’ultima uscita dal carcere di massima sicurezza per dirigersi nel nosocomio dell’Aquila per una tac. Per questi motivi e per il netto peggioramento delle condizioni di salute, gli avvocati di Messina Denaro hanno chiesto e ottenuto, nel pomeriggio di oggi, un immediato trasferimento nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. L’ha reso noto Ansa, che ha appreso la notizia da fonti sanitarie.

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