Maturità: 3 studentesse fanno scena muta all’orale per protesta

L’esame di maturità è solo una delle innumerevoli prove che una persona deve affrontare all’interno del suo processo di formazione studentesca o professionale. Eppure, agli occhi della società, esso assume un valore molto particolare, un rito di passaggio che certifica l’ingresso nel mondo degli adulti. Un mondo fatto spesso di regole e doveri, ma in cui ancora può esserci spazio per un confronto, una voce fuori dal coro, e perché no: una protesta. Lo sanno bene tre studentesse di Venezia, che hanno deciso di non abbassare la testa di fronte a un contesto che non le faceva sentire rappresentate, combattendo l’esame di maturità in modo decisamente originale

Redazione
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Scena muta all’esame orale di maturità in segno di protesta. Linda Conchetto, Virginia Gonzales y Herrera e Lucrezia Novello, studentesse del liceo Foscarini di Venezia, hanno deciso di scioperare rischiando la bocciatura per quella che definiscono una battaglia di principio contro il giudizio “ingiusto ricevuto nella seconda prova scritta di greco. Nonostante la ribellione, le tre studentesse sono state promosse con votazioni finali comprese tra 71/100 e 65/100.

Le giovani hanno affermato di aver messo in atto la loro protesta in nome di tutti i compagni di classe, che avrebbero ricevuto una valutazione estremamente ingiusta: 10 candidati su 14 hanno ricevuto gravi insufficienze da parte della commissaria esterna proveniente da una scuola di Mestre.

Protesta di maturità: “Non accetto il vostro giudizio”

Linda, studentessa modello con una media annuale dell’ 8, ha ottenuto 6,5 nella versione di greco e ha iniziato la protesta facendo scena muta al suo esame di maturità. Al posto di rispondere alle domande della commissione, la ragazza ha deciso di leggere una nota spiegando il suo gesto: “Ho deciso che non mi sottoporrò all’esame orale, non certo perché io ne abbia paura o perché non abbia studiato, ma perché non voglio accettare il vostro giudizio che non rispecchia il mio lavoro“. Virginia e Lucrezia hanno seguito il suo esempio, rifiutando a loro volta di rispondere alle domande.

Il gesto delle tre ragazze ha diviso l’opinione pubblica. Mentre compagni di classe le hanno sostenute, sui social non sono mancate le polemiche da parte di chi ha accusato le studentesse di “mancanza di rispetto. Elena Donazzan, assessore all’Istruzione della regione Veneto, ha espresso una ferma condanna: “Questa disobbedienza va punita. È una provocazione e una mancanza di rispetto nei confronti dei docenti e dell’istituzione scolastica: così facendo dimostrano di non essere realmente mature”.

Nonostante le critiche, l’ufficio scolastico regionale non ha avviato alcun procedimento in assenza di segnalazioni ufficiali. La possibilità della bocciatura è stata evitata e oggi è arrivata la promozione per le tre studentesse. Linda Conchetto è uscita con 71, Virginia Gonzales y Herrera con 65, e Lucrezia Novello con 67.

Il fallimento del mondo degli adulti

Elena Donazzan ha ribadito al Corriere del Veneto: “Promosse anche facendo scena muta all’orale? Evidentemente avevano fatto bene i loro conti, il che vuol dire che non hanno neanche il coraggio di rischiare. Potrà anche esserci stato un problema a livello di docenza, ma quando si entra nel mondo degli adulti si viene valutati anche sul fronte comportamentale, e questo lo definisco un atto di disobbedienza molto grave”.

L’ennesimo giudizio severo e tagliato con l’accetta da parte di quello stesso “mondo degli adulti” che pur essendo sempre pronto a sentenziare, non si dimostra mai capace nel produrre un’autocritica funzionale al benessere delle generazioni più giovani e di quelle a venire. La maturità, di un individuo si fonda anche nel riuscire a esprimere chiaramente le proprie posizioni, protestare contro uno status quo che si percepisce ingiusto e soprattutto: combattere per i valori in cui si crede veramente. 

Finché si continuerà a percepire tre studentesse che sacrificano il proprio voto di diploma per denunciare un’ingiustizia semplicemente come “un atto di disobbedienza grave”, senza proporre una riflessione sulle motivazioni che hanno portato a un evento tanto singolare, il fallimento del sistema scolastico continuerà a essere una certezza, potenziando il senso di sfiducia che i giovani provano nei confronti della società stessa, delle regole e, in generale, del mondo degli adulti.

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