Mafia: boss festeggia anniversario nella chiesa di Falcone

La mafia in Sicilia esiste ancora, e il suo disdegno verso la legge e la morale continua a insultare la memoria di grandi uomini che l'hanno combattuta. Giovanni Falcone è stato e rimane un simbolo della lotta alla mafia nel nostro paese, ma sembra che dalla sua morte il popolo italiano non sia riuscito a imparare poi molto

Redazione
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La città di Palermo è rimasta sgomenta e indignata di fronte alla notizia della celebrazione delle nozze d’argento del boss mafioso palermitano, Tommaso Lo Presti. Niente in contrario alla cerimonia religiosa in sé, che si è svolta il 15 aprile scorso, ma, il luogo scelto per attuarla è stato considerato decisamente fuori luogo: la Chiesa di San Domenico, dove riposano le spoglie di Giovanni Falcone, assassinato dalla mafia nel 1992.

Lo Presti, da poco uscito di prigione dopo una lunga condanna legata alle sue attività criminali, ha deciso di festeggiare il suo venticinquesimo anniversario di matrimonio in un luogo carico di simbolismo e di storia nella lotta alla mafia. La scelta del boss mafioso ha provocato una forte reazione in tutta la comunità palermitana.

La rabbia della sorella di Falcone

Maria Falcone, sorella del giudice Falcone, ha espresso il suo sgomento e la sua amarezza per la celebrazione delle nozze d’argento del boss nella chiesa che custodisce la memoria di suo fratello. La presenza di Lo Presti e della sua sposa, entrambi condannati per mafia, ha suscitato una profonda indignazione e ha acceso un dibattito sulla moralità e sulla responsabilità delle istituzioni religiose.

Il rettore della Chiesa di San Domenico ha dichiarato di aver appreso solo successivamente l’identità della coppia e ha assicurato che l’offerta ricevuta dal boss non sarà restituita, ma destinata a scopi benefici. Tuttavia, molte voci nella comunità palermitana ritengono che questo non sia sufficiente, e accusano la Chiesa e alcuni settori della società di non essere abbastanza fermi nel condannare la presenza della mafia nei territori che hanno maggiormente sofferto a causa di essa.

Le parole dell’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, durante i recenti funerali di uno dei simboli recenti della lotta alla mafia, Vincenzo Agostino, hanno ribadito l’importanza di una resistenza attiva contro la mafia e di un impegno costante nella costruzione di una società giusta e solidale. Lorefice ha richiamato l’attenzione sulla necessità di unire le forze per liberare la città dalla corruzione e dalla criminalità organizzata.

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