Liliana Resinovich, disposta la riesumazione della salma a due anni dalla morte

La donna era scomparsa nel dicembre 2021 e il suo cadavere era stato ritrovato il successivo gennaio; secondo il medico ufficiale assunto dalla famiglia i rilievi effettuati sul luogo del ritrovamento sono stati superficiali e condotti in maniera scorretta, motivo per cui è stata richiesta la riesumazione del cadavere

Redazione
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Troppi errori e troppe incongruenze hanno reso il caso della morte di Liliana Resinovich un giallo ancora aperto. Nessun probabile indiziato, né la certezza che la morte della donna fosse realmente un omicidio, anche se i sacchi in cui il cadavere era inserito hanno fatto sorgere qualche dubbio. Da qui la decisione di chiedere la riesumazione del corpo di Liliana, per poter chiarire alcuni elementi finora ancora poco indagati.

A rendere ancora più complesso il caso, infatti, sarebbero state le operazioni effettuate dopo il ritrovamento del cadavere di Liliana, immortalate in un video. “Quell’accertamento non ha seguito prassi e metodologia medico legale e così si sono persi tanti elementi che potevano chiarire il caso” ha dichiarato il professor Vittorio Fineschi, medico legale assunto dalla famiglia Resinovich che, così come l’antropologa forense Cristina Cattaneo, ha ritenuto “opportunala riesumazione della salma.

Nel video infatti si sentono alcuni operatori dare per scontato che la morte della donna sia avvenuta per un suicidio e si vede come le persone presenti sul luogo del ritrovamento non indossassero tute, calzari o cuffie per capelli, creando quindi un forte rischio di contaminazione.

Il pubblico ministero, quindi, “ha stabilito, per una data che si colloca alla fine di gennaio 2024, la convocazione innanzi a sé degli esperti chiamati a svolgere tali delicate operazioni, dandone debito avviso ai prossimi congiunti della deceduta e ai rispettivi difensori. Prevedibilmente al formale affidamento dell’incarico, farà seguito l’attività consulenziale prevista“.

La scomparsa di Liliana Resinovich

Liliana Resinovich era scomparsa il 14 dicembre 2021 da Trieste, come riportato da suo marito Sebastiano Visintin che per primo ne aveva denunciato la sparizione. La donna, di 63 anni, era uscita di casa intorno alle 7:45 per raggiungere l’abitazione di Claudio Serpin, il presunto amante con cui aveva una relazione extra coniugale. Resinovich però, secondo le dichiarazioni di Serpin, non avrebbe mai raggiunto la sua abitazione e da quel momento si sarebbero perse le sue tracce.

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Liliana Resinovich

Il corpo è stato ritrovato solo il 5 gennaio 2022, in un’area boschiva vicina all’ex ospedale psichiatrico del quartiere San Giovanni a Trieste. Il cadavere era inserito in un alcuni sacchi di plastica, due chiusi intorno alla testa, uno che le copriva la parte superiore del corpo ed uno che copriva la parte inferiore.

Secondo l’autopsia, effettuata alcuni giorni dopo il ritrovamento, Liliana sarebbe morta a causa di uno scompenso cardiaco acuto e la Procura di Trieste ha a lungo ha ritenuto che la morte della donna fosse riconducibile ad un suicidio, teoria sempre contestata dalla famiglia Resinovich. Nonostante le numerose perizie effettuate non è stato comunque possibile comprendere dove fosse stata la donna durate il periodo della sua sparizione, né se effettivamente l’ipotesi di omicidio fosse plausibile.

La nuova fase delle indagini, quindi, oltre a prevedere un nuovo esame autoptico sul cadavere, procederà l’analisi di tutti gli account online in uso dalla donna, così come di quelli di suo marito e del suo presunto amante. Il gip ha anche richiesto un controllo incrociato tra le tracce di Dna trovate sul corpo e quello delle persone attenzionate nelle indagini. Dovrà essere nuovamente analizzata anche l’impronta guantata rinvenuta su uno dei sacchi di plastica in cui era inserita la salma della donna e i guanti utilizzati dagli operatori per accertare o escludere contaminazioni, per poi comparare la stessa impronta con il guanto trovato nelle vicinanze del corpo.

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