Lecce, testa di capretto insanguinata davanti casa di una giudice

La giudice si trova sotto scorta da circa sei mesi a causa di alcune intimidazioni ricevute durante e dopo le indagini su un'operazione antimafia che ha portato all'arresto di 22 persone

Redazione
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Un ritrovamento macabro e inquietante quello che ha visto protagonista la giudice Maria Francesca Romano che, nella notte tra giovedì e venerdì, ha scoperto sull’uscio della sua abitazione a Lecce la testa mozzata di un capretto, in una pozza di sangue. Un coltello da macellaio era infilzato nelle carni dell’animale e un biglietto si trovava poco distante dalla sanguinosa scena.

Così“, questa l’unica parola scritta sul biglietto che però ha scatenato una paura primordiale nella giudice. Non è stato complesso decifrare il messaggio nascosto dietro questo biglietto di conseguenza il contatto con le forze dell’ordine è stato immediato. Ad essi spetta ora il compito di scoprire chi sia il mandante della lettera minatoria.

Lecce, la macabra scoperta

La giudice romano ha raccontato di essere uscita fuori dalla sua abitazione, in piena notte, poiché era convinta di aver sentito alcuni gattini litigare. Non appena ha aperto la porta della sua abitazione si è trovata davanti il macabro scempio. Repentino l’intervento della Squadra Mobile di Lecce coadiuvati dai colleghi della Digos. La testa del capretto è stata sequestrata per effettuare i rilievi del caso, così come il biglietto minatorio. Al vaglio le telecamere di sicurezza della zona nella speranza di trovare qualche indizio in più.

Nel frattempo la giudice Romano rimarrà ancora sotto scorta, probabilmente con delle misure rafforzate, nella speranza che questo terribile incubo finisca al più presto. Sono già sei mesi che Francesca Maria Romano è costretta a vivere nella paura, tra messaggi di morte e biglietti satanici recapitati nella sua casa di Lecce. Le prime lettere minatorie sono giunte a seguito del 17 luglio 2023, data in cui vennero arrestate 22 persone del clan Lamendola-Cantanna, ritenuto organico alla Sacra Corona Unita, a seguito della conclusione delle indagini dell’operazione anti-mafia su cui stava lavorando la giudice.

Da quel momento la vita di Maria Francesca Romano è cambiata radicalmente, così come quella della titolare dell’inchiesta, la pm Carmen Ruggiero. Entrambe si trovano sotto scorta, a causa delle ripetute minacce. La testa di capretto mozzata è solo l’ultimo e più inquietante metodo di terrorizzare queste professioniste. Indaga ora la Procura di Potenza, competente per i reati con vittime i magistrati salentini.

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