Lavoro, grande quantità di posti disponibili e pochi professionisti

I settori dove si avverte di più questo fenomeno sono quello degli ingegneri, gli insegnanti, gli addetti alla ristorazione e altri

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Nonostante ci siano molti inoccupati, ci sono molte professioni che non hanno lavoratori. È il paradosso incomprensibile italiano. A fare una stima è il sistema Excelsior elaborato da Unioncamere insieme al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali che conferma la grande quantità di posti disponibili e pochi professionisti. Anche se la richiesta dei dipendenti è aumentata nell’agosto del 2024 arrivando al 7,5% pari a 315 mila rispetto all’anno scorso, non c’è personale pronto ad occupare i posti. Tra i lavori dove si avverte di più questo fenomeno c’è il settore degli ingegneri, gli insegnanti, gli addetti alla ristorazione, operai nel settore delle costruzioni, fonditori, saldatori e montatori di carpenteria metallica.

Lavoro: il fenomeno

Il fenomeno è stato confermato da molte aziende che ammettono che per il 48,9% delle volte si verifica un’assenza dei candidati o personale con una preparazione insufficiente. La situazione preoccupante è influenzata anche da una discordanza di percorso formativo a seguito di percorsi di studio che non portano poi alle esigenze del sistema produttivo, spiega il Presidente di Unioncamere Andrea Prete. Situazione che può essere risolta istruendo i ragazzi e indirizzandoli nel corretto percorso che possa valorizzare i loro studi.

Ad aggiungersi a questa grave carenza gioca un ruolo importante anche la denatalità, sottolinea Prete, andando a costituire un importante supporto la presenza dei flussi migratori. Manodopera che è fortemente voluta per coprire nelle imprese il 21,8% dei contratti programmati per il mese di agosto. Gli stranieri svolgono un ruolo fondamentale in particolare modo nel settore dei servizi a imprese, nel trasporto, nella logistica e nel magazzinaggio, nell’alimentazione e nella ristorazione.

Unioncamere

I dati fanno fare chiarezza, Unioncamere conferma che nel trimestre da agosto-ottobre 2023, la richiesta è arrivata a 1,3 milioni di assunzioni, aumentando del +2,3% rispetto all’anno scorso, per un totale di +30 mila contratti in più. I tempi indeterminati maggiormente proposta è arrivata a 187 mila unità, per un 59,4% totali. Mentre i contratti a tempo indeterminato sono arrivati a 52 mila ovvero il 16,5% e quelli per somministrazione a 34 mila equivalente al 10,8%.

Incremento vs. Disoccupazione

L’incremento dei lavoratori è dipeso dallo stop del reddito di cittadinanza, come ci confermano i dati istat. Nel periodo che va da giugno 2023 a giugno 2024 c’è stato un’incremento del 337 mila unità, +1,4%. Di conseguenza c’è stata una diminuzione degli inattivi arrivando a giugno a -41 mila rispetto al mese precedente. A procedere a rilento è l’aumento della disoccupazione che a giugno ha toccato il 7%. Nello stesso mese gli occupati erano 23 milioni e 949 mila, gli assunti permanenti arrivavano a 16 milioni e 37 mila mentre i gli autonomi sono 5 milioni e 144 mila.

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