Tentata concussione all’Aeroporto di Lampedusa: 12 indagati tra cui il Dg dell’ENAC

L'ENAC e i suoi dirigenti sono ora in attesa di ulteriori sviluppi, mentre la Procura continua a raccogliere prove e a costruire il proprio caso

Redazione
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La Procura di Agrigento ha emesso un avviso di conclusione indagini nei confronti di Alessio Quaranta, attuale Direttore Generale dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC), con l’accusa di tentata concussione. Questo provvedimento è il risultato di un’inchiesta che coinvolge anche altre undici persone, tutte indagate per la loro presunta partecipazione a un tentativo di coercizione riguardante la gestione del deposito di carburante presso l’aeroporto di Lampedusa.

L’inchiesta si concentra su presunti atti illeciti compiuti nei confronti di Gaetano Tafuri e Giovanni Amico, all’epoca rispettivamente presidente e direttore dello scalo aeroportuale. Le accuse suggeriscono che ci siano state pressioni per costringerli a concedere in sub concessione la gestione del deposito a Giacomo Cusumano, un imprenditore già implicato nella questione.

Secondo quanto riportato, le pressioni avrebbero preso la forma di minacce e altri atti idonei a influenzare le decisioni dei dirigenti dell’aeroporto. La Procura ha dichiarato che l’area in questione, un deposito di carburante, è stata indebitamente occupata da società riconducibili a Cusumano, che avrebbe esteso l’occupazione su un’area demaniale di circa 2.010 metri quadrati. Le concessioni rilasciate dall’ENAC dal 6 febbraio 2004 al 14 febbraio 2019 sono state contestate come illegittime.

Oltre a Quaranta, sette dirigenti dell’ENAC sono stati identificati tra gli indagati, inclusi nomi come Fabio Marchiandi, Marco Di Giugno e Arianna Ciani. Questi individui, secondo le autorità, avrebbero collaborato attivamente al tentativo di coercizione, avvalendosi anche dell’assistenza di consulenti legali di Cusumano. Tra questi, spiccano i nomi di Nunzio Pinelli Fumagalli, Giuseppe Pinelli e Verona Petrella, quest’ultima moglie di Marco Di Giugno.

La Procura di Agrigento, guidata dal procuratore Giovanni Di Leo e dal sostituto Rita Barbieri, ha evidenziato che il tentativo di concussione è un reato grave che compromette l’integrità delle istituzioni e la legalità nel settore pubblico. L’inchiesta rappresenta un’importante iniziativa volta a garantire la trasparenza e la correttezza nella gestione delle risorse pubbliche, in particolare in un contesto delicato come quello dell’aviazione civile.

Le conseguenze di questa indagine potrebbero essere significative non solo per Quaranta e gli altri indagati, ma anche per l’immagine dell’ENAC, che si trova al centro di una controversia che potrebbe minare la fiducia del pubblico nelle istituzioni. In un momento in cui la trasparenza e l’affidabilità sono fondamentali per le autorità civili, qualsiasi illecito può avere un impatto duraturo sulla reputazione dell’ente.

L’ENAC e i suoi dirigenti sono ora in attesa di ulteriori sviluppi, mentre la Procura continua a raccogliere prove e a costruire il proprio caso. Gli indagati hanno il diritto di difendersi e di presentare le proprie versioni dei fatti, e si prevede che nei prossimi giorni si assisterà a una escalation di eventi che coinvolgeranno il mondo dell’aviazione e la politica locale.

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