La situazione demografica in Italia non è positiva. Il 19esimo Rapporto Italiani nel Mondo presentato oggi dalla Fondazione Migrantes rivela una profonda crisi: oltre al calo della fertilità, si registra un incremento dell’emigrazione dei cittadini italiani e dei naturalizzati italiani e uno scoraggiamento dei ritorni degli espatriati.
La crisi della fertilità in Italia
Secondo il rapporto, le cause che hanno portato l’Italia a posizionarsi tra gli ultimi paesi per fertilità al mondo sono sicuramente la fragilità economica e il clima di incertezza. E questo ha portato moltissimi italiani, soprattutto i più giovani, a cambiare radicalmente le loro priorità e obiettivi. Le decisioni degli italiani su quando fare figli, quanti farne e se farne, dipendono soprattutto “dal reddito, dalla precarietà lavorativa e contrattuale, dall’assenza di welfare e dai costi proibitivi”.
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Il rapporto sottolinea però che quando la famiglia viene sostenuta e le donne riescono nel work life balance, si registra un incremento di tassi di fertilità. Quindi la soluzione che potrebbe migliorare la situazione è puntare sul favorire l’equilibrio, soprattutto delle donne, tra vita privata e lavoro, dato anche il fatto che la componente femminile in età riproduttiva sta diminuendo nel nostro paese. L’Italia deve rispondere alla crisi demografica “agendo come sistema Paese”. Se la natalità diminuisce, l’aspettativa di vita aumenta, arrivando a 83,1 anni. Il calo demografico si registra in modo particolare nei territori interni e soprattutto nel sud, che è indebolito anche dalla mobilità interna e dall’emigrazione all’estero.
L’emigrazione italiana
Il rapporto mostra che sempre più italiani emigrano all’estero, preferendo di lasciare il paese d’origine indebolito da tante criticità, per cercare fortuna altrove. Nel 2023 si sono iscritti all’AIRE, per il solo motivo di emigrare, 89.462 italiani, il 54,8% dei quali maschi. La tendenza a emigrare viene seguita in modo particolare dai più giovani, ma è in crescita anche tra i più anziani.
Infatti nell’ultimo anno risulta che tra gli “iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE) per solo espatrio, il 45,5% del totale ha tra i 18 e i 34 anni”. Per il rapporto è proprio il nostro paese a spingere i giovani e i laureati a emigrare e solo una “strategia nazionale coordinata e ordinata di ripopolamento” potrà migliorare le cose.
I dati mostrano inoltre che il 5,5% degli iscritti ha più di 65 anni. Nel quadro di una crescita generale degli espatri, quelli degli over 65 sono aumentati del 12,9%, con un incremento particolare nella fascia 65-74 anni (+14%). Dopo essere stati colpiti particolarmente dalla pandemia Covid, gli anziani italiani stanno così riprendendo in mano la loro vita, considerando anche di intraprendere progetti all’estero.
Il rapporto racconta che tra loro c’è chi torna nel paese in cui era emigrato per anni “dove ha lavorato e fatto nascere i propri figli e dove sono nati anche i nipoti”; oppure c’è chi emigra seguendo la propria famiglia per fare “il nonno o la nonna baby-sitter”; o ancora c’è chi “parte per la prima volta alla ricerca di un’avventura” e chi per “vivere meglio e pagare meno tasse”. Quindi gli anziani emigrano, in sostanza, per 5 ragioni: il clima favorevole, le tasse, la sanità, il costo della vita e il dinamismo culturale.
In 4 anni in Italia ci sono 652 mila residenti in meno e nello stesso tempo aumentano coloro che decidono di risiedere all’estero, che oggi sono 6milioni e 134mila. Quindi se nel territorio nazionale la tendenza demografica è negativa, fuori i confini italiani i nostri connazionali crescono: “L’unica Italia a crescere continua ad essere soltanto quella che ha scelto l’estero per vivere”. In questo contesto si sottolinea la necessità di attenzionare alle conseguenze dell’emigrazione su territori già in difficoltà, per poter introdurre “politiche finalizzate al sostegno della ‘riattrattività”.
Le regioni con più iscritti all’Aire nel 2024 sono la Sicilia (+826 mila), la Lombardia (+641 mila) e il Veneto (+563 mila) e i meridionali costituiscono il 45,8% degli iscritti. Oltre 2,3 milioni sono del nord e oltre 966 mila sono del Centro. Quest’anno le partenze sono incrementate in tutto il territorio italiano e i motivi dell’emigrazione sono diversi: per seguire le famiglie, per studio, per lavoro, per ricongiungimento familiare.
Il ritorno degli emigrati in Italia
Il rapporto mostra anche la situazione degli italiani all’estero che decidono di tornare in Italia: anche in questo caso la tendenza appare negativa. Nel 2023 e nel 2024 gli over 40 sono incrementati, la fascia 20-30 anni è cresciuta nel 2023 ma è in calo nel 2024, la fascia 30-40 anni ha subito il calo maggiore. Questi dati sono da spiegare con il ridimensionamento delle agevolazioni che quest’anno impatta soprattutto sui più giovani e sulle famiglie con figli minori, ai quali quindi non conviene traferirsi nel nostro paese.
In un’Italia già in crisi demografica appare paradossale scoraggiare il rientro di soggetti giovani e con figli. Per il report è “pressoché certo che il 2024 vedrà un collasso dei rientri, a causa dell’abrogazione del regime agevolativo per i lavoratori del settore privato, che ha introdotto un nuovo regime estremamente meno incisivo”.
Gli immigrati italiani che lasciano il paese
I dati raccontano che nel decennio 2012-2022 gli stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana sono stati 1 milione e 528 mila, ma di questi oltre 146mila si sono traferiti all’estero. “L’incidenza dei naturalizzati sugli espatri, pur essendo ancora numericamente poco significativa, è considerata una dinamica emergente nel panorama migratorio internazionale”, spiega il report.
Si sottolinea comunque che la decisione dei nuovi italiani di espatriare dipende dal loro paese di origine: i naturalizzati italiani che emigrano di più sono quelli di origine brasiliana, seguiti da quelli di origine bangladese. I nuovi italiani originari del Ghana, Pakistan e India, si trovano ai primi posti tra i 10 paesi con la frequenza maggiore di italiani naturalizzati che emigrano all’estero. Le destinazioni dei naturalizzati italiani che emigrano sono principalmente altri paesi europei.
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