I riti di inizio del Giubileo si sono conclusi oggi, 5 gennaio, con l’apertura dell’ultima Porta Santa, quella di San Paolo fuori le mura. La cerimonia, tenuta dal cardinale e arciprete della Basilica James Michael Harvey, come ordinato da Papa Francesco, segue le altre tre aperture: il 24 dicembre il Pontefice ha proceduto a dare inizio alle celebrazioni con l’apertura della Porta Santa di San Pietro, il 29 dicembre è stato il turno di San Giovanni in Laterano, con il cardinale Baldo Reina e il primo gennaio Rolandas Makrickas ha aperto quella di Santa Maria Maggiore.
Inoltre, lo scorso 26 dicembre, Papa Francesco ha voluto aprire la Porta storica presente all’interno del carcere di Rebibbia, a Roma, alla presenza dei detenuti della struttura. La cerimonia svoltasi oggi ha poi segnato l’inaugurazione della piazza della Basilica omonima della Chiesa, i cui lavori in occasione del giubileo sono stati conclusi nella loro prima fase.
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Nell’omelia, l’arciprete Harvey ha parlato di “un atto semplice quanto suggestivo” che indica il passaggio attraverso una porta della speranza. “Quanto mai abbiamo bisogno adesso della speranza!“, ha tuonato il cardinale, ricordando come si stia ancora vivendo un periodo post pandemia che è profondamente segnato da tragedie, guerre e crisi di varia natura. “La speranza è una certezza – ha poi aggiunto l’arciprete – perché è fondata sulla fedeltà di Dio alle sue promesse“.
Giubileo, la Porta Santa di San Paolo fuori le mura
San Paolo fuori le mura è la seconda Basilica più grande dopo San Pietro, tra quelle protagonista del Giubileo. La sua Porta Santa è stata realizzata da Enrico Manfrini, è posizionata a destra della facciata ed è composta da bronzo dorato. Su di essa sono rappresentati episodi della vita di San Paolo, accompagnati da una frase in latino rivolta ai pellegrini: “A quanti vengono nel santo tempio di Paolo sia concesso il dono della pace e della salvezza eterna“.
Su di essa sono inoltre presenti tre formelle, che rappresentano i tre anni preparatori al grande Giubileo voluto da Papa Giovanni Paolo II. Uno è dedicato al Padre ricco di misericordia, uno allo Spirito Santo agente principale dell’evangelizzazione e uno al Figlio redentore.
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