Giorno del Ricordo, Mattarella: “Nessuna squallida provocazione può ridurre il ricordo delle Foibe”

Giorgia Meloni, ha voluto rendere omaggio alle vittime delle foibe e a coloro che in quegli anni hanno subito l'esodo giuliano-dalmata, definendo quanto accaduto come "una pagina dolorosa della nostra storia per troppo tempo dimenticata"

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Troppo a lungo “foiba” e “infoibare” furono sinonimi di occultamento della storia“, ha esordito così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione del Giorno del Ricordo al Quirinale, ricordando come per troppi e lunghi anni l’eccidio delle foibe non venne riconosciuto né ricordato dal popolo italiano.

Proprio l’istituzione, nel 2004, della giornata dedicata alle vittime di questa tragedia è servita a “riconnettere alla storia italiana quel capitolo tragico e trascurato, a volte persino colpevolmente rimosso“. Il Capo dello Stato ha poi commentato i gravissimi episodi che si sono verificati nei giorni scorsi, con la vandalizzazione dei luoghi simbolo delle Foibe.

Nessuna squallida provocazione può ridurne ricordo e dura condanna“, ha infatti specificato Mattarella, chiarendo che le Foibe rimangono il più tetro simbolo si una stagione contrassegnata da uccisioni, arresti, torture, saccheggi e sparizioni. Il Giorno del Ricordo, quindi, serve proprio a trarre dagli errori e dalle sofferenze del passato l’ulteriore spinta per un cammino comune“, affinché le diversità smettano di dividere ma diventino ricchezze nell’ottica di una collaborazione proiettata al futuro.

Meloni: “Ricordare è dovere di verità e giustizia”

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha voluto rendere omaggio a tutte le vittime delle foibe e a coloro che in quegli anni hanno subito l’esodo giuliano-dalmata, definendo quanto accaduto come “una pagina dolorosa della nostra storia per troppo tempo dimenticata“.

In questo senso, il premier ha sottolineato che la giornata del ricordo si rivela fondamentale, perché non dimenticare quanto è accaduto è “un dovere di verità e giustizia“, al fine di trasmettere questa memoria alle nuove generazioni. Sulla questione sono poi intervenuti anche i due vicepremier.

Vertice Albania, Giorgia Meloni
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha dichiarato che le vittime delle Foibe furono “colpevoli solo di essere italiani“, per poi ricordare che oggi c’è ancora qualcuno che “tenta di riscrivere la storia, tra vergognosi oltraggi e atti di vandalismo“. Così il ricordo diventa un dovere e la verità un diritto, così che possa essere tramandata di generazione in generazione perché “senza memoria non c’è giustizia“.

Antonio Tajani, leader di Forza Italia, ha invece evidenziato come in questa giornata si “renda onore alle vittime delle foibe e dell’esodo istriano“, definiti “una terribile pagina della nostra storia e una tragedia che non vogliamo si ripeta mai più“.

Il programma del Giorno del Ricordo

Il Giorno del Ricordo, dedicato alle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle drammatiche vicende del confine orientale italiano, negli anni a cavallo del secondo dopoguerra, ha avuto inizio con una solenne cerimonia al Sacrario della Foiba di Basovizza, a Trieste. La stessa che solo pochi giorni fa è stata violentemente vandalizzata da alcuni ignoti.

Le scritte provocatorie, “Trieste è nostra“, “Trieste è un pozzo, “Morte al Fascismo, libertà ai popoli“, apparse nella notte, sono state prontamente cancellate, e il gesto è stato duramente condannato dalle autorità.

Alle 9:30 di oggi, quindi, si è proceduto con la deposizione di due corone congiunte, una da parte della Regione Friuli Venezia Giulia, Prefettura e Comune di Triste e l’altra dai rappresentanti della Lega Nazionale e delle Associazioni degli esuli istriani fiumani dalmati, alla Foiba 149 di Monrupino.

Alle 10:30, poi, sono iniziate manifestazioni e iniziative, culturali e di approfondimento, promosse dal Comune di Trieste e dal Comitato per i martiri delle foibe. Segue poi alle 12:30 l’inaugurazione de Il Treno del Ricordo, promosso dal ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, e a cui parteciperà il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

Si tratta di un treno storico, messo a disposizione da Fondazione Fs italiane e Gruppo Fs, allestito con una mostra multimediale e con l’esposizione delle masserizie degli esuli. Il convoglio partirà domani verso Padova, Bologna Centrale, Roma Ostiense, Napoli Centrale, Lecce e Sassari.

Le parole della politica italiana

Il coro di politici che ha voluto ricordare e celebrare le vittime delle foibe cresce di minuto in minuto. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha pubblicato un lungo messaggio, in cui ha definito “un dovere istituzionale e morale” commemorare le vittime di questa tragedia, nel tentativo di “preservare le verità storica“.

Il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha invece evidenziato come la memoria di questi tragici eventi “rappresenti un dovere collettivo per il presente e il futuro” e come, quindi, il governo si stringa intorno alle famiglie delle vittime e degli esuli, affinché “la storia sia monito per il futuro“,

Il presidente del Senato Ignazio La Russa
Il presidente del Senato Ignazio La Russa

Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd, ha invece rinnovato l’impegno per mantenere vivo il ricordo delle vittime delle foibe, in quanto si tratta di una “responsabilità collettiva contro ogni forma di negazionismo, odio e indifferenza“. Il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha sottolineato che “oggi, ricordare le vittime non è solo un dovere, ma un impegno fondamentale affinché simili orrori non si ripetano più“.

La senatrice di Iv, Raffaella Paita, ha definito la tragedia delle Foibe “una ferita profonda della nostra storia“, che va ricordata non solo come un dovere ma ance come un atto di giustizia, perché solo riconoscendo quanto accaduto nel nostro passato possiamo costruire un futuro davvero “consapevole” e “condiviso“.

Giorno del Ricordo delle Foibe, cosa successe

Il Giorno del Ricordo fu istituito in Italia nel 2004 per ricordare i massacri o gli eccidi delle Foibe, ovvero le torture e gli assassini ai danni di migliaia di italiani, i cui corpi furono poi gettati nelle foibe dalle milizie della Jugoslavia di Tito, alla fine della Seconda guerra mondiale. Con il termine “Foiba“, quindi, si intendono le grandi feritoie o gli inghiottitoi carsici, che sono tipici del Friuli Venezia Giulia.

Solo una minima parte delle vittime, però, fu occultata nelle foibe, visto che la maggior parte perse la vita in altri modi. Ad esempio nelle prigioni o nei campi di concentramento iugoslavi, oppure nelle marce di trasferimento. Le foibe nascono a seguito dello sfaldamento delle forze armate italiane, quando i tedeschi occuparono i territori di Trieste, Pola e Fiume e il potere di liberazione iugoslavo si impadronì delle aree interne dell’Istria.

L’Istria venne annessa alla Croazia e iniziarono quindi gli arresti, con l’intenzione di vendicarsi dei fascisti, accusati di aver governato quei territori nell’intervallo delle due guerre. Le vittime però furono anche esponenti politici o personaggi in vista della comunità italiana, perché ritenuti pericolosi per il nuovo corso politico. La cittadina di Pisino divenne il centro della repressione, perché vi si concentrarono la maggior parte dei gli arresti.

Di questi, in molti furono gettati, anche ancora vivi, nelle foibe o nelle miniere di bauxite, oppure vennero uccisi con metodi barbarici e crudeli. Nel 1945, poi, il fenomeno iniziò a diventare più capillare, dopo che gli iugoslavi decisero di conquistare il Friuli Venezia Giulia. Diversi militari italiani furono fatti prigionieri o spediti nei campi di prigionia, al fine di reprimere qualsiasi tipo di potere armato.

Le violenze cessarono solo con la sostituzione dell’amministrazione iugoslava con quella degli alleati. Il Giorno del Ricordo cade il 10 febbraio, in onore del trattato di pace di Parigi del 1947, con cui si decise che per stabilire i confini tra Italia e Jugoslavia si sarebbe seguita la linea francese.

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