Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, è stato prosciolto dalle accuse a lui rivolte nell’inchiesta sulla fondazione Open, nata per sostenere le iniziative politiche del leader di Iv quando era segretario del Pd. Il gup Sara Farini ha prosciolto anche gli altri 9 indagati andati a processi, tra cui gli ex ministri Maria Elena Boschi e Luca Lotti, l’avvocato Alberto Bianchi e l’imprenditore Marco Carrai. A tutti gli imputati era stato contestato il reato di finanziamento illecito ai partiti, poiché la Procura avrebbe ritenuto che la fondazione Open fosse un’articolazione di partito “riconducibile e funzionale all’ascesa politica di Renzi“.
Inoltre, a Lotti erano contestati anche due episodi di corruzione per l’esercizio della funzione. La fondazione è stata attiva dal 2012 al 2018 e sarebbe finita al centro dell’inchiesta a causa di presunte irregolarità riguardanti i finanziamenti ricevuti. Tra le altre ipotesi di reato contestate dalla Procura vi erano, a vario titolo, anche il traffico di influenze, corruzione, auto riciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
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Secondo la Procura, la fondazione Open avrebbe ricevuto circa 3,5 milioni di euro dal 2014 al 2018 in violazione delle norme sul finanziamento ai partiti. Il processo si è aperto il 3 aprile 2022 e si è quindi concluso dopo più di due anni, anche con un ricorso alla Consulta a causa di un conflitto di poteri. Lo stesso Matteo Renzi avrebbe ingaggiato, nello stesso periodo del processo, una battaglia a suon di denunce contro i pm dell’inchiesta.
Renzi: “Chi mi aggredisce con indagini mi rende più forte“
A pochi minuti di distanza dall’annuncio del suo proscioglimento, Matteo Renzi ha utilizzato il suo profilo ufficiale di X per commentare la conclusione dell’inchiesta Open e sottolineare come ad oggi in molti gli dovrebbero delle scuse. “Oggi in tanti dovrebbero scusarsi, Meloni e Travaglio in primis. Non lo faranno. Pace“, scrive infatti il leader di Italia Viva, per poi aggiungere che le scuse del Presidente del Consiglio non arriveranno perché “la sua cultura giustizialista con gli avversari e garantista con gli amici non cambia e non cambierà mai“.
Renzi ha poi voluto sottolineare di aver vissuto gli ultimi cinque anni da “appestato” proprio per l’inchiesta sulla fondazione Open, una sorta di “scandalo per tutti quelli che avevano letto le carte“, ma che comunque ha rappresentato un ottima base di attacco per tutti coloro che hanno voluto cercare di attaccarlo e di porre fine alla sua carriera politica. “Volevano farmi fuori con un’indagine farlocca“, sostiene infatti l’ex sindaco di Firenze, per poi aggiungere: “Oggi ha perso il giustizialismo e ha vinto la giustizia. E chi mi aggredisce con indagini, norme, campagne ad personam non mi fa paura. Anzi, mi rende più forte“.
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