Femminicidio Carol Maltesi, Fontana chiede scusa ma si becca l’ergastolo

Davide Fontana passerà il resto dei suoi giorni in carcere per il brutale omicidio di Carol Maltesi, 26 anni, uccisa a martellate per aver deciso di allontanarsi dal compagno e andare a vivere più vicino al figlio avuto da una precedente relazione

Redazione
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Nel procedimento d’appello per l’omicidio di Carol Maltesi, avvenuto l’11 gennaio 2022 a Rescaldina, nel Milanese, la Corte d’Assise d’Appello di Milano ha emesso oggi una sentenza che segna un punto di svolta nella ricerca della giustizia per la giovane vittima. Davide Fontana, l’uomo accusato di aver commesso il tremendo delitto, è stato condannato all’ergastolo, aggravando così la sentenza precedente che lo aveva condannato a 30 anni di reclusione.

Le reazioni dei familiari di Maltesi

La decisione dei giudici è stata guidata dal riconoscimento delle aggravanti della premeditazione dell’omicidio e della crudeltà del metodo utilizzato da Fontana per uccidere e smembrare il corpo della ragazza. Tali circostanze hanno portato alla comminazione della pena più severa prevista dalla legge italiana per i reati di tale gravità. Nonostante le argomentazioni del legale di Fontana, Stefano Paloschi, che aveva proposto il ricorso al rito abbreviato per ottenere uno sconto sulla pena, i giudici hanno respinto tale richiesta, evidenziando la gravità dei fatti contestati e l’assenza di attenuanti sufficienti a giustificare una riduzione della condanna.

Fontana
Davide Fontana

Durante l’udienza, Fontana ha avuto l’opportunità di esprimere il suo pentimento e il suo desiderio di riparare in qualche modo alle sue azioni. Ha rivolto le sue scuse ai genitori di Carol e al figlio della vittima, riconoscendo il dolore e la sofferenza causati dalla sua condotta, non riuscendo però a risultare convincente. 

I familiari di Carol Maltesi a seguito della sentenza hanno espresso il proprio sollievo per il senso di giustizia dato dalla condanna dell’assassino della loro cara. “Sono felice perché deve pagare, nessuno ha diritto di togliere la vita a un’altra persona“. Ha affermato Anna, zia di Carol Maltesi, dopo la condanna di Fontana. “Ci speravamo, a maggior ragione dopo quanto sentito stamattina con la difesa che ha buttato fango su mia nipote e sulla sua tomba“.

Le aggravanti contro Fonatana

L’omicidio di Carol Maltesi ha sconvolto non solo i suoi familiari e amici, ma anche l’intera comunità locale, che ha seguito con sgomento e indignazione lo svolgersi del processo e l’emergere dei dettagli sempre più inquietanti legati al caso. La giovane donna è stata uccisa in modo brutale, vittima di una violenza estrema e di una mancanza totale di rispetto per la sua vita e la sua dignità umana.

Le circostanze dell’omicidio e le motivazioni che hanno spinto Fontana a commettere un gesto così orribile sono state oggetto di analisi e dibattiti durante il processo. La Procura ha sottolineato il legame tra l’omicidio e le scelte di vita di Carol, che aveva deciso di trasferirsi a Verona per stare più vicina al figlio avuto da una precedente relazione. Sarebbe stato proprio questo gesto di amore materno a scatenare la rabbia e la gelosia di Fontana, portandolo a decidere di uccidere la donna. 

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