Femminicidio a Catania, suicidio simulato: indagati il fidanzato e l’amico

La storia del suicidio fa acqua da tutte le parti e le prove sembrano essere dirette verso il fidanzato e l'amico, che ad oggi si proclamano innocenti

Redazione
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La terra della Sicilia continua a bagnarsi di sangue, ancora un altro femminicidio, questa volta a Catania. La vittima è la 25enne moldava Vera Schiopu e i colpevoli sarebbero due romeni, di 31 e 33 anni, il fidanzato e l’amico. Il corpo è stato trovato sabato sera in un casolare isolato, vicino all’abitazione della ragazza. Tutto era costruito ad hoc: lei impiccata in una casa di contrada Sferro, a Ramacca, loro gli uomini premurosi che giunti sul posto hanno constatato la morte della ragazza e chiamato il 112. Ma agli investigatori la storia non quadrava neanche un po’.

Femminicidio a Catania: le indagini

I carabinieri non hanno creduto neanche un secondo che si trattasse di suicidio e hanno pensato immediatamente che tutta la scena del crimine fosse artefatta e costruita a tavolino. I colpevoli della simulazione, secondo le indagini, sarebbero infatti il fidanzato e il suo amico. I sospetti sono cominciati già dalla prima chiamata al 112 da parte del compagno, per segnalare che la sua fidanzata si era tolta la vita. Ad ogni modo, i due sono stati arrestati e accusati di concorso in omicidio. Anche se si sa ancora poco dell’inchiesta, vista la riservatezza imposta dalla Procura di Caltagirone, qualche informazione è trapelata.

Il suicidio una messa in scena: le incongruenze

In questa storia, gli elementi che farebbero sorgere dei dubbi agli investigatori sono molteplici: dalla dinamica del suicidio, che sembrerebbe molto poco plausibile, alle escoriazioni sul corpo della donna non compatibili con la dinamica del suicidio, fino alle vere e proprie prove fornite dalla scientifica. Oltretutto, i due, non si sarebbero neanche messi d’accordo sulla versione da raccontare agli agenti, visto che le testimonianze sono piene di dissonanze e incongruenze. La maggior parte di questi interrogativi verranno chiariti dalla Procura di Caltagirone, specialmente i due più importanti: la causa del decesso e il movente. Gli agenti stanno lavorando sulla ricostruzione delle vite e delle personalità della vittima e dei suoi presunti assassini, alla ricerca di elementi che possano spiegare questo caso pieno di stranezze.

Femminicidio a Catania: i due si dichiarano innocenti

Intanto i due, fidanzato e amico, continuano a proclamarsi innocenti e a non chiarire i dubbi sollevati dagli inquirenti: perché la donna si trovava nelle campagne di Ramazza? Lavorava lì? Era andata a trovare qualcuno? La zona, completamente immersa nel nulla, non sembra trovare altri testimoni se non i possibili assassini.

Vera Schiopu come Valentina Salamone?

La preoccupazione maggiore è che in questa storia la verità possa non venire mai a galla. Le somiglianze con la tragica vicenda di Valentina Salamone sono tante, forse troppe. Valentina il 24 luglio 2010, a soli 19 anni, era stata trovata cadavere con una corda intorno al collo in un casolare ad Adrano. Anche lì stessi dubbi e stesso presunto carnefice, il marito Nicola Mancuso, 36 anni, condannato all’ergastolo. Altra coincidenza è la presenza di un complice del delitto. Sono passati 13 anni e la storia rimane ancora aperta: lui continua a professarsi innocente e il complice non è mai stato identificato.

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Valentina Salamone e Nicola Mancuso @twitter

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