Femminicidi in Europa, sempre più vittime e meno leggi a tutela della violenza

Nonostante i numeri nettamente minori rispetto al Nord Europa è necessario in Italia un cambio di marcia nella giustizia, a partire da sentenze più veloci

Redazione
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Il femminicidio, quella odiosa violenza esercitata sulle donne per annientarne l’identità, è un fenomeno sempre più al centro del dibattito politico.

Soprattutto dopo la tragedia di Giulia Cecchettin, uccisa per mano di Filippo Turetta, ci si è interrogati sulla necessità di emanare nuove leggi contro la violenza sulle donne e corsi di educazione sessuale e ai sentimenti all’interno delle scuole. Non è solo una questione di numeri, dall’inizio del 2023 ad oggi sono state uccise in Italia 106 donne, ma piuttosto di quanto accade nel contesto di un ambito affettivo e familiare.

I femminicidi in Europa

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Femminicidi in Europa, sempre più vittime e meno leggi a tutela della violenza 4

Il femminicidio è un problema che investe tutto il pianeta e stando ai numeri la percentuale di donne uccise sul totale delle stesse in Europa, rispetto ai Paesi che hanno fornito i dati, l’Italia è al quart’ultimo posto.

Al primo posto tra i Paesi in cui si conta il maggior numero di femminicidi l’anno vi è la Lettonia, dove nel 2020 vi sono stati 2,14 femminicidi compiuti da ex, familiari e partner ogni 100mila donne. Il dato sale a 4.09 se si considerano anche gli omicidi ai danni di donne che avvengono all’esterno della sfera affettiva e familiare.

Al secondo e terzo posto si classificano Lituania ed Estonia, in cui gli esigui numeri – rispettivamente 22 e 41 donne uccise – sono da considerare ugualmente tragici su una popolazione di meno di 2 milioni di persone.

Le percentuali più basse si registrano in Grecia che, con una percentuale di 0,16, si classifica appena sotto la Svezia. Poco sopra troviamo l’Italia e la Spagna con lo 0,38, un dato che risulta inferiore alla media europea dello 0,68.

In Spagna approvato un testo contro la violenza sulle donne

Dal punto di vista legislativo, il giudice penale presso il Tribunale di Roma Valerio de Gioia ha dichiarato che “gli Stati europei sono allineati nella legislazione per una serie di obblighi internazionali derivanti dalla Convenzione di Istanbul –il “trattato internazionale contro la violenza sulle donne e la violenza domestica” – che omogenizzano gli interventi. Ma come normativa diligente non ci sono ancora i risultati che si attendono soprattutto per quel che riguarda non tanto l’omicidio, che è un evento storico sotto gli occhi di tutti, ma la violenza e i maltrattamenti, che avvengono spesso dentro le mura di casa”.

L’unico Paese europeo che attualmente ha un testo unico sulla violenza di genere è la Spagna, dove la Legge organica venne approvata il 28 dicembre 2004.

Legislazione sui femminicidi in Italia

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Spero che il modello spagnolo venga adottato da tutti. L’Italia dovrebbe farlo con il Codice Rosso, la legge Roccella che sarà votata molto presto in Parlamento. Sarebbe un passo avanti essenziale, necessario per ogni tipo di reato che riguarda la donna e soprattutto perché possa essere protetta da quella violenza economica spesso grave quanto quella fisica” – continua De Gioia.

In Italia i numeri di donne uccise sono molto più ridotti rispetto a quelli che si registrano nel Nord Europa. Ciò non significa che vi sia meno violenza nei confronti delle donne, ma semplicemente in Danimarca o in Svezia le donne denunciano di più. Nel nostro Paese ciò invece accade con minor frequenza, e questo è un dato sconfortante.

È necessario dunque sollecitare le donne a denunciare ogni tipo di violenza subita, e questo può farlo solo la politica e la giustizia ridando fiducia alle donne. A tal fine bisogna cambiare marcia e far sì che i processi durino di meno, senza arrivare per esempio a dover aspettare due anni o più per una sentenza di stupro, perché “la violenza di genere si combatte anche con la rapidità di giudizio”.

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