La divisione italiana di FedEx Express Italy è finita al centro di un’indagine della Procura della Repubblica di Milano per evasione fiscale e sfruttamento della manodopera. I PM Paolo Storari e Valentina Mondovì hanno disposto il sequestro preventivo di 46,6 milioni di euro, ipotizzando che i rapporti di lavoro con la società committente siano stati “schermati” attraverso società filtro. Queste ultime avrebbero subappaltato il lavoro a cooperative che, secondo l’accusa, non avrebbero versato l’IVA e i contributi previdenziali ai lavoratori.
Maxi frode fiscale: coinvolte 32 aziende e oltre 30.000 lavoratori
L’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza di Milano, riguarda il periodo 2022-2023 e mette in luce un sistema di somministrazione illecita di manodopera. Il meccanismo prevedeva l’uso di società “serbatoio”, aziende che impiegavano lavoratori a basso costo senza rispettare gli obblighi fiscali e previdenziali. Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, FedEx Italia avrebbe esternalizzato i servizi di logistica a cooperative non in regola, generando un debito contributivo verso l’INPS di oltre 78 milioni di euro.
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Le autorità hanno identificato 32 aziende coinvolte nel sistema fraudolento, oltre a FedEx come committente principale. Durante i sopralluoghi, gli investigatori hanno trovato capannoni abbandonati, segnale evidente dell’opacità della rete di appalti e subappalti.
Accuse alla dirigenza FedEx: coinvolti manager italiani e stranieri
Nell’inchiesta risultano indagati due manager di FedEx: Stefania Pezzetti, dirigente italiana e Jan Bernd Haaksman, manager olandese L’ipotesi di reato riguarda la dichiarazione fraudolenta attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, pratica che avrebbe permesso a FedEx di massimizzare i profitti a discapito del fisco e dei lavoratori.
Il sequestro d’urgenza: “Il sistema fraudolento è ancora in atto”
I PM milanesi hanno richiesto un sequestro preventivo d’urgenza, evidenziando che FedEx non ha ancora adottato misure efficaci per interrompere il meccanismo illecito. La magistratura sostiene che il colosso americano della logistica continui a beneficiare di un sistema di esternalizzazione del lavoro che aggira gli obblighi fiscali e previdenziali.
FedEx e il contratto nazionale: un primo passo insufficiente?
Non è la prima volta che emergono casi di somministrazione illecita di manodopera nel settore della logistica. In passato, accuse simili hanno coinvolto altri giganti come DHL, Amazon, GLS, Lidl, BRT, Geodis, Esselunga, Securitalia, UPS e GXO.
Per contrastare questo fenomeno, FedEx ha firmato l’accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale della logistica e trasporti il 6 dicembre. Tuttavia, secondo la Procura, non ci sono stati cambiamenti sostanziali nelle politiche aziendali. I PM riconoscono l’intento di FedEx di contrastare il fenomeno delle società serbatoio, ma ritengono che le misure adottate finora non siano sufficienti per interrompere il meccanismo fraudolento.
Conclusioni: il futuro di FedEx Italia
L’indagine su FedEx Italia si inserisce in un quadro più ampio di controlli sulle grandi aziende del settore logistico. Il sequestro milionario e le accuse ai vertici aziendali potrebbero portare a ulteriori sviluppi giudiziari, con conseguenze sul modello di gestione del lavoro e sulle politiche di esternalizzazione della multinazionale.
L’azienda risponderà alle accuse? Il caso è destinato a far discutere e a influenzare il dibattito sul lavoro nel settore della logistica in Italia.
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