La febbre gialla terrorizza il sud America: cos’è e come si riconosce

In tre mesi i casi sono più che raddoppiati rispetto al 2024. Particolarmente preoccupante la situazione a San Paolo in Brasile

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Il riscaldamento globale, la sovrappopolazione e i mancati vaccini sono l’habitat perfetto per la proliferazione di nuove o vecchie malattie. Tra queste rientra il nuovo allert epidemiologico, lanciato dalla Pan American Health Organization, relativo all’aumento dei casi di febbre gialla.

Secondo quanto dichiarato i Paesi colpiti sono Bolivia (1 caso, 1 decesso), Brasile (81 casi, 31 decessi), Colombia (31 casi, 13 decessi) e Perù (18 casi, 8 decessi). La Paho ritiene “particolarmente preoccupanti i nuovi casi segnalati da ottobre 2024 nel dipartimento di Tolima in Colombia”, perché “indicano che il virus sta comparendo in aree non precedentemente colpite negli anni passati”.

Grande attenzione è rivolta alla situazione di San Paolo in Brasile a causa della sua vicinanza con centri urbani densamente popolati. La febbre gialla in Brasile ha minacciato per molti anni la salute pubblica, in particolare tra il 2016 e il 2018.

La stragrande maggioranza dei casi di febbre gialla rilevati ha coinvolto persone non vaccinate”, evidenzia l’Oms panamericana, che invita a “intensificare gli sforzi di vaccinazione nelle aree a rischio, puntando a tassi di copertura superiori al 95%. La vaccinazione è lo strumento più efficace per combattere la malattia”, dichiara la Paho. 

Cos’è la febbre gialla e come prevenirla

La febbre gialla è un’infezione virale trasmessa dalle punture di zanzare infette da un virus della famiglia dei Flavivirus. Essendo un’infezione tipica delle regioni tropicali del sud America e dell’Africa sub-sahariana, i casi si concentrano maggiormente nella regione amazzonica.

L’incubazione dura dai 3 ai 6 giorni e l’esordio improvviso si manifesta con febbre alta, di solito sui 39-40°C. I sintomi comprendono anche bradicardia relativa, cefalea, mialgia (dolore localizzato in uno o più muscoli), nausea, vomito e, in casi gravi, ittero, emorragia e insufficienza multiorgano.

Il trattamento della febbra gialla è principalmente di supporto, in quanto è prevenibile con la vaccinazione, che se non effettuata può rendere l’infezione letale. Proprio per questo, la Paho raccomanda ai vari Paesi di “rivedere le proprie scorte di vaccini, garantire piani di risposta rapida per le epidemie e assicurarsi che i viaggiatori nelle aree endemiche siano informati e vaccinati”.

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