La 15enne Larimar Annaloro si è tolta la vita lo scorso martedì, impiccandosi con una corda ad un albero nel giardino della sua stessa casa. Da quel giorno, la cittadina di Piazza Armerina, in provincia di Enna, continua a domandarsi cosa possa essere accaduto, quali possano essere i motivi che avrebbero spinto una ragazza così giovane a togliersi la vita. La ragazzina, da poco trasferitasi in Sicilia insieme alla famiglia, era una studentessa diligente e agli occhi dei famigliari era una adolescente serena. Nelle ultime settimane, però, qualcosa ha iniziato a turbare la vita di Larimar che lo scorso mercoledì, nel giro di 45 minuti, avrebbe deciso di togliersi la vita.
“L’hanno ammazzata” continuerebbero a sostenere i genitori, insinuando che la loro figlia possa essere divenuta vittima di vessazioni e abusi da parte dei suoi compagni di scuola. Una teoria che sarebbe stata confermata anche da alcuni coetanei della vittima, che avrebbero dichiarato che Larimar era finita al centro di una sorta di triangolo amoroso. La ragazzina avrebbe iniziato una relazione con un ragazzo, scatenando la furia della sua ex e delle sue amiche. Al momento, però, non vi sarebbero certezze e la Procura di Enna avrebbe aperto un fascicolo per istigazione al suicidio che per ora non ha alcun indagato.
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Il caso sarebbe ora passato alla Procura di Caltanissetta che avrebbe deciso di disporre l’autopsia sul corpo della giovanissima. La Procura precedente aveva disposto solamente l‘esame esterno e il tossicologico sul cadavere. Nel pomeriggio di oggi erano previsti i funerali della ragazzina, che però sono stati rimandati per permettere al medico legale di effettuare gli esami necessari.
Enna, la ricostruzione degli ultimi giorni della 15enne
La morte di Larimar sembrerebbe essere circondata dal mistero. Per il momento gli inquirenti starebbero seguendo una pista che sembrerebbe celare una terribile narrazione costellata da bullismo e revenge porn, anche se non vi sarebbe alcuna certezza. Le indagini degli investigatori, infatti, starebbero seguendo una pista confermata da alcuni amici e da una sorella della vittima, che avrebbero raccontato di alcuni problemi che la giovane stava vivendo a scuola.
Sembrerebbe, infatti, che il giorno del suo suicidio, Larimar avesse avuto un brutto litigio a scuola e si sia trovata talmente in difficoltà da decidere di chiamare i suoi genitori per essere portata a casa. La madre della vittima ha infatti raccontato che la 15enne era in lacrime e sarebbe stata disposta a raccontarle quanto accaduto, se non fosse stato per la presenza del padre. La ragazzina sarebbe stata lasciata a casa da sola, in quanto i genitori avrebbero dovuto compiere delle commissioni, e proprio nel lasso di tempo prima del loro ritorno si sarebbe tolta la vita.
La sorella maggiore della vittima, residente in Lombardia, Regione da cui proviene tutta la famiglia di Larimar, avrebbe raccontato che la sorella avrebbe avuto diverse difficoltà con le compagne di classe. “Le altre la odiavano” avrebbe infatti dichiarato, negando la possibilità che la 15enne potesse essere depressa. Alcuni compagni di scuola avrebbero invece raccontato di un brutale litigio avvenuto proprio tra le mura scolastiche. “Una ragazza ha affrontato in malo modo Larimar” ha raccontato un’amica della 15enne, sostenendo di non essere stata presente al litigio ma di averlo saputo da altri compagni.
“Quella ragazza le contestava di avere avuto una storia col suo ex, diceva di aver visto un video. Sono volate parole grosse e pure spintoni. Ma la cosa più drammatica è che poco dopo Larimar è stata accerchiata da altre ragazze, che l’hanno insultata. Lei era disperata” ha raccontato la minore, sostenendo che forse Larimar in quel momento avrebbe avuto bisogno di qualcuno che la spalleggiasse e che la difendesse. Un altro ragazzo avrebbe invece aperto alla possibilità che la 15enne non fosse ben vista dalla cultura troppo chiusa della cittadina siciliana.
“Larimar voleva essere libera, solo questo voleva. Vivere la sua vita lontano dai pregiudizi e dalla gente bigotta” ha infatti sostenuto, per poi aggiungere: “Non si può morire così. Questa è una città ipocrita, maschilista. La lite dell’altro giorno è stata solo l’ultimo episodio. La verità è che Larimar era finita nel mirino di troppe malelingue da quando era arrivata in Sicilia“. Sulla possibilità che alcuni video o alcune foto intime della 15enne siano state condivise illegalmente, starebbe indagando la Procura di Enna, che ha infatti disposto il sequestro del pc e del cellulare della ragazzina.
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