Il nome che non si sottrae alla storia che racconta e che sceglie con responsabilità e coraggio di essere la storia raccontata. L’imprenditrice e testimone di giustizia Valeria Grasso nel suo libro intitolato “Mafia, una donna contro. Testimone di giustizia: una scelta difficile” compone l’intersecazione fra il potere della parola e il piano dell’esposizione giuridica, attraverso una scrittura millimetrata che sa di resilienza e vita violenta.
L’iniziativa del senatore Scurria, il valore della testimonianza
Presenta per la prima volta il suo libro fra le mura di Palazzo Giustiniani, in un evento su iniziativa del senatore di Fratelli d’Italia Marco Scurria. “La testimonianza di Valeria Grasso – afferma il senatore – ci scuote e ci ricorda che è nel coraggio, nel rifiuto di arrendersi, nell’attaccamento a un ideale di giustizia che risiede la possibilità di vincere davvero la mafia”.
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L’autrice è un’imprenditrice che fino a 15 anni fa ha gestito una palestra nel quartiere San Lorenzo di Palermo. Dopo essersi rifiutata di pagare il pizzo alla mafia, ha denunciato il clan dei Madonia. Testimone di giustizia, a seguito di numerose minacce di morte, con i suoi tre figli, è stata trasferita in una località protetta dove è rimasta per alcuni anni. Oggi conduce attività culturali e informative per la lotta contro la mafia. Lavora per il Ministero della Sanità ed è presidente dell’Associazione Contra – Contro tutte le mafie.
“La mia scelta (di denuncia, ndr) non è stata solo la mia, ma dei miei figli e della mia famiglia perché ha coinvolto tutti, nel bene e nel male”, spiega Grasso. “E perciò mi sono permessa di raccontarla con questo libro. Dal ricavato si realizzerà una casa rifugio per donne che hanno subito violenza”.
Grasso: “Il valore della denuncia”
Durante la presentazione, che si è svolta nella sala Zuccari, Grasso ha ringraziato tra gli altri il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli e il senatore di Fratelli d’Italia Marco Scurria raccontando che il libro è nato proprio su spinta di quest’ultimo: “Quando ci siamo trovati – riferisce – lui ascoltò la mia storia e mi disse: ‘Ma tu devi raccontarla con un libro! Devi andare nelle scuole non tanto per raccontare la mafia ma perché bisogna far capire che conviene stare dalla parte della legalità’. Ed è così. Nella vita, il compromesso torna indietro come un boomerang e io oggi spero che questo libro possa diventare uno strumento nelle mani delle istituzioni, degli uomini e delle donne dello Stato e aiuti a comprendere il prezzo da pagare quando si denuncia, ma anche quanto è importante il valore che innesca”.
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