La Procura di Roma ha chiuso il fascicolo di indagine a carico del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, in cui viene contestato il reato di falso in bilancio in relazione alla compravendita dalla Roma del difensore Kostas Manolas risalente all’estate del 2019. I legali del presidente hanno sostenuto che il loro assistito è pronto a collaborare con gli inquirenti per “chiarire l’intera vicenda” e dimostrare la sua estraneità alle accuse.
De Laurentiis: la nuova accusa dopo il caso Osimhen
La nuova accusa nei confronti di De Laurentiis, che si inserisce nell’indagine su presunte plusvalenze fittizie intorno all’acquisto dell’attaccante Victor Osimhen nel 2020 dalla squadra francese del Lille, riguarderebbe la cessione del giocatore greco alla società giallorossa per un corrispettivo di 36 milioni di euro. Sembrerebbe che questa fosse riferita al valore della clausola rescissoria risalente al 30 giugno 2019, ovvero ultima data utile per permettere alla Roma di sistemare i conti realizzando una plusvalenza.
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Il caso è piuttosto simile a quanto accaduto con l'”affare Osimhen” , in cui rientrarono anche i giovani calciatori Claudio Manzi, Ciro Palmieri e Luigi Liguori. Sembrerebbe che questi, secondo il bilancio del Napoli chiuso al 30 giugno 2021, fossero stati valutati tra i 4 e i 7 milioni di euro, ovvero cifre ritenute fuori mercato per giocatori che non avevano effettivamente esperienza. Queste cifre avrebbe generato plusvalenze per circa 20 milioni, sul totale di una operazione da 76 milioni di euro, ovvero il costo del solo Osimhen. Queste cifre dunque sono state attenzionate dagli inquirenti, poiché si ipotizza un aumento del bilancio attraverso operazioni economiche irregolari.
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