Cuneo, abusi in un’agenzia di moda: parla una vittima

I due aggressori hanno per giunta detto che le foto e video sarebbero servite ad una campagna di sensibilizzazione contro la lotta alla violenza sulle donne

Redazione
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Pensavano di fare dei servizi fotografici ma era solo l’inizio di un incubo. A Cuneo cinque giovani donne sono state attirate con la scusa di fare le modelle e poi violentate da due uomini. I due aggressori hanno per giunta detto che le foto e video sarebbero servite ad una campagna di sensibilizzazione contro la lotta alla violenza sulle donne.

Cuneo, la testimonianza

Stefania Secci, una modella e influencer di origini cagliaritane, fa partire l’inchiesta che ha portato all’arresto del titolare della MIA Models Italian Academy di Corneliano d’Alba (Cuneo). Paolo Ferrante, fotografo e sedicente talent scout, 46enne, è da venerdì in carcere a Torino, accusato di violenza sessuale da cinque ragazze, mentre un suo collaboratore 36enne di Bra si trova agli arresti domiciliari. L’autrice della prima denuncia racconta di aver subito molestie in un casale della campagna cuneese, dove si era recata per un servizio fotografico. Poi ha iniziato a scandagliare l’attività dell’agenzia, per mesi, raccogliendo le storie di ragazze che avevano subito esperienze perfino più traumatiche della sua, fino alla violenza consumata.

Cuneo: le indagini

I due che avrebbero abusato delle giovani sarebbero stati identificati. Si tratta di un uomo residente nell’Albese, in provincia di Cuneo, titolare di un’agenzia di moda, insieme a un suo collaboratore. Le accuse a carico sono di violenza sessuale, anche di gruppo. I carabinieri di Alba hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per uno degli indagati e di arresti domiciliari per l’altro.

I fatti sarebbero stati commessi tra l’aprile del 2023 e il febbraio di quest’anno, coinvolgono cinque giovani donne. Secondo gli inquirenti però i casi possano essere più numerosi e riferiti anche a donne che non hanno denunciato la violenza. A loro si rivolgono gli inquirenti, invitandole a rivolgersi alla procura o al comando dei carabinieri di Alba.

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