Csm: chi è Fabio Pinelli, il nuovo vicepresidente

Fili. Ve.
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La carriera dell’avvocato leghista: da professore all’Università Ca’ Foscari di Venezia fino alla vicepresidenza del Consiglio superiore della magistratura

Il nuovo vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, nato a Lucca nel 1966, è un avvocato e un consigliere. Ha studiato Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano ed è iscritto dal 1997 all’Albo degli Avvocati di Padova. Inoltre, il 17 gennaio scorso, è stato eletto dal Parlamento consigliere laico in quota Lega.

La carriera del nuovo vicepresidente del Csm

Pinnelli, fino alla nomina a componente del Consiglio superiore della magistratura, era professore di “Diritto penale dell’ambiente, del lavoro e della sicurezza informatica” (Internet e privacy) presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Oltre all’ambito strettamente professionale faceva parte come membro del Comitato scientifico di Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine ed era socio di ItaliaDecide, associazione per la qualità delle politiche pubbliche. Inoltre, è stato presidente sia di PadovaLegge, associazione culturale che offre occasioni di incontro e riflessione sui grandi temi del nostro tempo e borse di studio ai giovani meno abbienti iscritti all’università di Padova, sia della Fondazione Salus Pueri, costituita nel 1992 con lo scopo di promuovere progetti e raccogliere risorse a favore della Pediatria di Padova.

Il patrocinio davanti la Corte costituzionale

Pinelli, durante la sua carriera, si è occupato prevalentemente di diritto penale dell’economia e ha patrocinato, davanti la Corte costituzionale, per una parte privata, la questione riguardante “l’omessa previsione del fatto lieve nel sequestro di persona a scopo di estorsione”.
È stato designato poi dal Senato della Repubblica, per la predisposizione del ricorso introduttivo e il successivo patrocinio avanti alla Corte costituzionale, in un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, in tema di violazione delle prerogative parlamentari di cui all’articolo 68, comma 3, della Costituzione, in materia di sequestro, senza previa autorizzazione dell’Assemblea di appartenenza, di corrispondenza informatica e cartacea di un senatore della Repubblica.

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