Un uomo di mezza età, residente a Crotone, è finito al centro di un incubo che sembrava essere senza via d’uscita. Dopo aver avuto un rapporto sessuale con un coetaneo ha iniziato a ricevere da questo varie minacce e ricatti allo scopo di intimorirlo e convincerlo dell’esistenza di un video erotico contenente le immagini del loro incontro sessuale. L’uomo sarebbe quindi caduto in una spirale di disperazione e avrebbe ceduto alle richieste del suo aguzzino, versandogli varie somme di denaro per evitare la pubblicazione del video.
Sembrerebbe che gli atti persecutori siano stati messi in atto da ben tre uomini, tutti implicati nelle minacce e nelle estorsioni nei confronti della vittima. Nella giornata di oggi i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Crotone hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Crotone a carico dei tre sospettati, accusati di atti persecutori, estorsione continuata e revenge porn, ovvero diffusione di video a contenuto sessuale. Un 46enne residente a Crotone e un 39enne residente a Cutro sono stati arrestati, mentre un 35enne di Crotone è stato posto agli arresti domiciliari.
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Secondo il racconto della vittima, che si è recata spontaneamente dalle autorità per sporgere ufficialmente denuncia contro i suoi aguzzini, le richieste di questi ultimi sarebbero diventate col tempo sempre più insistenti. Inizialmente l’uomo, anche per non mettere a repentaglio il suo matrimonio, avrebbe deciso di effettuare dei pagamenti ai suoi ricattatori, ma col tempo le somme richieste divenivano sempre più ingenti.
I tre sospettati, quindi, per convincere l’uomo a proseguire i pagamenti, gli avrebbero inoltrato il video incriminato per spaventarlo ancora di più. Proprio queste prove, rinvenute sul telefono della vittima, avrebbero incastrato i tre uomini. Sono stati accertati i continui tentativi di contatto, le centinaia di telefonate e messaggi alla vittima e persino la diffusione del video realizzato da uno degli indagati che lo ha inoltrato agli altri due. Inoltre, i carabinieri hanno anche raccolto le telefonate e i messaggi effettuati dagli altri due indagati, allo scopo di continuare l’azione estorsiva già consumata, diffondendo più volte il video pornografico, mantenendo la vittima nella condizione di timore e assoggettamento.
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