Crollo nascite in Italia: troppe culle vuote nel 2023

I dati mettono in evidenza un cambiamento culturale significativo in Italia, dove il matrimonio non è più considerato una condizione necessaria per la genitorialità

Redazione
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Il 2023 ha segnato un anno di drastico calo delle nascite in Italia, un trend che continua nei primi sei mesi del 2024. Secondo l’Istat, ci sono state 4.600 nascite in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, corrispondente a un abbassamento del 2,1%. Il numero medio di figli per donna è rimasto stabile a 1,21, ma segna un calo rispetto al 2022, quando era 1,24.

Le previsioni per la fine dell’anno indicano un ulteriore declino, con una possibile registrazione di meno di 379.890 nascite, il che rappresenterebbe un calo del 3,4% rispetto al 2022. Questo fenomeno di denatalità si inserisce in un trend decennale, con il numero di nascite che è sceso di oltre il 34% dal 2008.

Crollo natalità: le stime Istat

L’Istat attribuisce questo calo a diversi fattori, tra cui la diminuzione della popolazione femminile in età feconda e un forte decremento delle nascite tra coppie di genitori italiani. Nel 2023, i nati da genitori italiani sono stati 298.948, circa 12.000 in meno rispetto all’anno precedente, e un notevole calo rispetto al 2008. Anche i nati da genitori stranieri sono diminuiti, sebbene in misura meno significativa, con un calo dell’1,5% rispetto al 2022. La percentuale di nascite da genitori non coniugati continua a crescere, raggiungendo il 42,4% nel 2023, anche se il numero di nati in questa situazione ha registrato una lieve diminuzione.

L’età media delle madri al primo figlio è ora di 31,7 anni, in aumento rispetto ai 28 anni del 1995. Inoltre, l’età media al parto ha superato i 32 anni, con differenze significative tra madri italiane e straniere. La distribuzione delle nascite non coniugate mostra un crescente fenomeno, con la Sardegna che registra la più alta percentuale di nascite “more uxorio” (55%). Anche se il Mezzogiorno presenta una quota inferiore (38,5%), la differenza con il resto del Paese si sta riducendo.

Le nascite fuori dal matrimonio sono prevalentemente da coppie non coniugate, con il 84,7% di esse provenienti da genitori celibi e nubili. Questa tendenza è particolarmente forte tra i giovani, con oltre il 60% di nascite fuori dal matrimonio tra le donne sotto i 24 anni. Questi dati mettono in evidenza un cambiamento culturale significativo in Italia, dove il matrimonio non è più considerato una condizione necessaria per la genitorialità. La situazione richiede attenzione e possibili interventi politici per affrontare le sfide demografiche che il Paese sta affrontando.

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