Covid, nuovo sintomo tra i bambini: corde vocali paralizzate

Il primo caso al mondo in cui una 15enne ha dovuto subire una tracheotomia a causa di una paralisi bilaterale delle corde vocali provocata dal Covid-19

Redazione
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Una storia da incubo ha risvegliato in tutto il mondo il timore del Covid-19, a ormai tre anni di distanza dal terribile lockdown che ha colpito tutte le Nazioni. Una ragazza di soli 15 anni ha dovuto subire una tracheotomia a causa di una paralisi bilaterale delle corde vocali, che le hanno impedito di respirare autonomamente per circa 13 mesi.

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Covid-19 causa paralisi bilaterale delle corde vocali in una 15enne

Una conseguenza derivata dall’infezione da Covid-19 che ha colpito la giovane portando con sé conseguenze mai viste in casi pediatrici. “La neuropatia post-virale è una causa nota di paralisi delle corde vocali, e negli adulti sono stati segnalati diversi casi di paralisi di una o entrambe le corde vocali come complicazione dell’infezione da Sars-CoV-2, questo è il primo riscontro della complicanza in un adolescente“, hanno spiegato i medici del Mass General Brigham che si sono occupati del raro caso di cui la quindicenne si è trovata a suo discapito protagonista.

Covid: la tracheotomia unica soluzione per la 15enne

La giovane ragazza si è presentata al pronto soccorso del Massachusetts General Hospital con problemi respiratori. Nove giorni prima la ragazza era risultata positiva al Covid-19, ma i sintomi riportati non coincidevano con la giovane età della ragazza, né con la sua cartella clinica che non segnalava alcun tipo di problema di salute pregresso.

Un caso pediatrico che per la prima volta presentava sintomi finora riscontrati solo in soggetti adulti e che ha costretto gli specialisti a sottoporre la giovane a esami diagnostici approfonditi per comprendere quale fossero le terapie migliori a cui sottoporla. L’esame endoscopico ha rivelato una paralisi bilaterale delle corde vocali, che provocava la difficoltà respiratoria accusata dalla ragazza.

Esami del sangue, analisi del liquido cerebrospinale e consultazioni con specialisti in otorinolaringoiatria, neurologia, psichiatria, disturbi del linguaggio e neurochirurgia, eppure nessuna delle terapie somministrate sembrava funzionare. La decisione di una tracheotomia iniziava a sembrare sempre più necessaria, soprattutto a causa delle difficoltà respiratorie della paziente.

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La giovane ha dovuto subire una tracheotomia

La giovane, a soli 15 anni, è stata costretta a dipendere da un tubo nella gola per circa 13 mesi; una procedura invasiva che però ha salvato la vita della ragazza, permettendole di partecipare al ballo scolastico e di concludere il secondo anno di liceo.

La scoperta della nuova complicanza pediatrica

Dopo il caso della quindicenne, la complicazione respiratoria è stata inserita tra i plausibili sintomi pediatrici dell’infezione da Covid-19. Anche se il caso della ragazza è stato unico nel suo genere, i medici non escludono che tale sintomaticità possa essere nuovamente riscontrata in pazienti di età infantile. La prevenzione è più utile delle cure, per cui l’analisi accurata di questo caso è risultata fondamentale per evitare che altri pazienti rischino di dover ricorrere ad una tracheotomia.

Considerata la diffusione del virus Sars-CoV-2 in età pediatrica, questa possibile complicanza dovrebbe essere presa in considerazione in ogni bambino che presenta disturbi respiratori, del linguaggio o della deglutizione dopo una recente diagnosi di Covid-19“, ha dichiarato Danielle Reny Larrow, autrice di un articolo riguardante il caso della quindicenne.

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Christopher Hartnick

Il fatto che i bambini possano subire effetti neurotrofici a lungo termine a causa del Covid-19 è qualcosa di cui è importante che la comunità pediatrica sia consapevole per poter trattare bene i nostri pazienti“, ha concluso Christopher Hartnick dell’ospedale Mass Eye and Ear di Boston, autore senior dello studio sulla rivista “Pediatrics“.

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