Covid, in Italia cresce la variante Xec, Natale rovinato?

Il virologo Mauro Pistello ha spiegato che la variante Xec del Covid sta crescendo velocemente, ma è "più tranquilla rispetto alle altre degli anni passati, meno aggressiva e più debole"

Redazione
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Dopo 4 anni dall’inizio della pandemia da Covid-19, questo virus non dà segnali di arresa. In Italia sta infatti crescendo la variante Xec, come riportato dal monitoraggio della cabina di regia ministero della Salute-Iss, diffuso online dall’Istituto superiore di sanità. Il report presenta i dati relativi al mese di novembre e rileva una percentuale di reinfezioni pari al “42% circa”.

Nell’ultimo bollettino Covid pubblicato venerdì dal ministro della Salute si può notare che nell’ultima settimana sono 2.122 i nuovi casi, mentre nella settimana precedente erano 2.561. I morti sono 47, mentre la settimana prima erano 61. Riguardo ai tamponi, anche questi diminuiscono, passando da 61.013 a 58.468. Scende infine il tasso di positività: da 4,2% a 3,6%.

Covid, le parole del virologo Pistello

Il virologo Mauro Pistello, direttore dell’Unità di virologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa e tra i fondatori della rete di sequenziamento dell’Istituto superiore di sanità che monitora le varianti Covid, ha parlato all’Adnkronos della variante Xec del Covid. Ha spiegato che sta crescendo velocemente e che in pochi giorni sarà la variante dominante, che caratterizzerà il periodo natalizio. Ma ha precisato che la Xec è una variante “più tranquilla rispetto alle altre degli anni passati, meno aggressiva e più debole“.

Ha infatti dichiarato che in Italia la sintomatologia del Covid attuale è sicuramente molto più leggera rispetto a quella che abbiamo avuto in passato. “L’interessamento polmonare non c’è quasi mai, oggi l’infezione nell’80% dei casi è lieve e solo nell’1% dei contagiati c’è una situazione veramente critica. Lo vediamo anche nel numero dei decessi che sta calando ogni settimana” ha affermato, aggiungendo che probabilmente questo è dato dal fatto che la maggior parte degli italiani ha già avuto in precedenza questo virus e siamo quasi tutti vaccinati.

Inoltre il virologo ha parlato del fatto che “abbiamo una sintomatologia molto sovrapponibile a quella dei virus influenzali che difficilmente permette di capire se abbiamo di fronte l’influenza o il Covid”. E ha aggiunto che siccome oggi il Coronavirus è “clinicamente quasi indistinguibile dall’influenza e da altre forme virali respiratori”, monitorarne la reale incidenza nel Paese è molto difficile, “anche perché la trasmissione è praticamente da asintomatici”.

Pistello ha aggiunto che ovviamente c’è anche “una varietà d’impatto dei sintomi rispetto allo stato di immunocompetenza dei soggetti”. Comunque per il virologo è possibile affermare che oggi è difficile morire per Covid in Italia, anche se questo non vuole dire che l’infezione non c’è e che non possa essere grave. Infatti, ha concluso, “i soggetti anziani e immunocompromessi devono farsi il vaccino, contro il Covid ma anche l’antinfluenzale”.

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