La piccola Sofia, la neonata che ieri sera è stata rapita dalla 51enne Rosa Vespa e da suo marito, il 43enne di origini senegalesi Aqua moses, è stata dimessa oggi dalla clinica “Sacro Cuore” di Cosenza. La piccola, nei suoi primi due giorni di vita, ha già vissuto un incubo terribile e rischiato di dover dire addio per sempre alla sua famiglia biologica. Solo il tempestivo intervento della polizia ha permesso di concludere questa storia terrificante con un lieto fine ed evitare che una giovane famiglia dovesse vivere per sempre nella consapevolezza di aver perso la loro bambina.
Cosenza, la ricostruzione del rapimento
Secondo quanto emerso dalle indagini, Rosa Vespa avrebbe rapito la bambina perché non poteva avere figli. La donna, che si era introdotta nella stanza della clinica indossando una mascherina per non farsi riconoscere, aveva detto ai genitori di dover cambiare la piccola. Ma quando, dopo 30 minuti, la neonata non era ancora tornata, i genitori hanno dato l’allarme.
Leggi Anche
Grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza interna alla clinica, si è scoperto che la donna aveva portato via la bambina, per poi salire a bordo di un’auto dove l’aspettava il marito. Dai video che riportano l’allontanamento dei rapitori, inoltre, è stato intuito che i due abbiano avuto una lite nei momenti immediatamente successivi al rapimento. Sembrerebbe, infatti, che l’uomo si fosse reso conto che la moglie aveva prelevato una femminuccia invece del maschietto come la coppia aveva accordato. Dalle riprese, sembra esserci un breve scambio concitato di battute tra Acqua Moses e Rosa Vespa, che poi si sono allontanati rispettivamente con l’ovetto per neonati e la bimba.
L’intervento immediato della squadra mobile della Questura di Cosenza, coordinata dal questore Giuseppe Cannizzaro e dal capo della Mobile Gabriele Presti, ha permesso di intercettare e bloccare la coppia nei pressi di Castrolibero, intorno alle 21:30, con la piccola ancora in loro custodia.
La neonata, illesa ma sotto shock, è stata immediatamente trasportata in ambulanza e riportata alla clinica, dove i suoi genitori, in preda alla disperazione, l’hanno accolta con un grande abbraccio.
Quando la Polizia è arrivata nell’abitazione della coppia a Castrolibero, ha trovato i parenti riuniti per una festa. Rosa Vespa aveva simulato una gravidanza per nove mesi, raccontando ai familiari di essere in attesa di un maschietto. Aveva addirittura organizzato nei minimi dettagli la celebrazione: la casa era decorata con allestimenti azzurri, la bambina rapita era stata vestita come un neonato maschio e un banchetto era stato preparato per accogliere il “nascituro”.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la donna aveva raccontato ai parenti di essere stata trattenuta più giorni in clinica per accertamenti post-parto, alimentando così la messinscena. La finzione è crollata quando gli agenti hanno fatto irruzione, arrestando la coppia e portandoli in Questura per essere interrogati.
Durante l’interrogatorio, Rosa Vespa ha confessato di aver pianificato il rapimento, mossa dalla disperazione per la sua impossibilità di avere figli. Sul suo profilo social, infatti, sono state trovate foto e post che rivelavano una forte ossessione per la maternità.
La Polizia, che ha agito con straordinaria rapidità e precisione, ha espresso grande soddisfazione per l’esito dell’operazione. “La priorità era mettere in salvo la neonata e riportarla ai genitori nel minor tempo possibile”, ha dichiarato il questore Cannizzaro.
La coppia è ora accusata di sequestro di persona e resterà in stato di fermo in attesa di ulteriori sviluppi giudiziari. La comunità di Cosenza, ancora scossa dall’accaduto, ha manifestato grande solidarietà alla famiglia della piccola, che è finalmente tornata tra le braccia dei suoi cari.
La mamma: “Ieri siamo morti e poi risorti”
“Le forze dell’ordine hanno fatto un lavoro eccezionale, mentre io avevo perso le speranze un’intera città anzi Regione si è bloccata per cercare la nostra bambina“, questo il toccante messaggio pubblicato su Facebook dalla madre della neonata rapita e fortunatamente ritrovata.
“Non penso che riuscirò mai a superare questa cosa, ma il lieto fine è che sta bene“, prosegue la donna ringraziando tutti colori che si sono stretti a lei e a suo marito in un momento in cui “la famiglia si stava sgretolando in mille pezzi“. I neo genitori, che devastati dal drammatico episodio si sono sentiti morire e risorgere, hanno mandato il loro affetto con la foto del figlio di 6 anni che bacia la piccola.
“E’ stato bellissimo riabbracciare mia figlia, sono contento“, si è invece espresso il padre della bimba che “sta bene“, visibilmente emozionato ma chiaramente stanco dopo aver trascorso ore di inferno. Questa mattina, l’uomo si è recato presso l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza a riprendere la neonata, per poi tornare alla clinica dove si trova la moglie.
Occhiuto: “Una brutta storia, fortunatamente a lieto fine“
Il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, si è stretto ai genitori della neonata e alle famiglie per ciò che hanno vissuto in queste ore. “Oggi tutta l’Italia è stata con il fiato sospeso per alcune interminabili ore durante il rapimento della neonata di Cosenza“, scrive sui social il presidente di regione forzista ringraziando il lavoro compiuto dalle Forze dell’ordine e degli organi coinvolti.
© Riproduzione riservata