“L’Italia deve migliorare l’efficacia del proprio sistema volto a promuovere l’integrità e a prevenire la corruzione nel governo e nelle forze dell’ordine” questa è la nuova linea guida del Greco, l’organo anticorruzione del Consiglio d’Europa, pubblicata nell’ultimo rapporto stilato sull’Italia. Gli alti vertici della politica, così come i dipendenti delle forze dell’ordine, sono i soggetti maggiormente esposti al pericolo della corruzione e per questo l’Italia deve garantire tutele e norme che evitino questo fenomeno.
Un allarme che non è passato inosservato e che ha posto al centro dei riflettori un problema a cui il nostro Paese sembrerebbe ormai essere assuefatto. L’Unione europea, però, non transige ed ora spetterà al governo dimostrare di essere in grado di correre ai ripari e risolvere l’attuale problema. Il Greco, nello specifico, ha riconosciuto che l’Italia presenta un “quadro giuridico considerevole” in materia di prevenzione e lotta alla corruzione, eppure questo risulta “complicato da gestire” e così ne soffre la sua efficienza.
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Il gruppo del Consiglio d’Europa, inoltre ha sottolineato che tale inefficienza è riscontrabile soprattutto nella “regolamentazione dei conflitti d’interesse e della divulgazione finanziaria“, dove sarebbero applicate norme diverse che non riguardano però i lavoratori con funzioni esecutive di alto livello.
Inoltre, il Greco avrebbe posto l’accento anche un un’altra preoccupante situazione: tra le fila delle forze dell’ordine non sono presenti abbastanza donne, soprattutto a livello dirigenziale. Il Consiglio d’Europa, dunque, ha richiesto all’Italia di compiere maggiori sforzi affinché venga garantita la parità di genere anche in questi ambiti e affinché “contribuisca a evitare il pensiero unico, e, quindi, la corruzione“.
Le linee guida del Consiglio d’Europa sulla corruzione
“Le norme attuali chiaramente non coprono e non possono coprire tutte le situazioni in cui gli interessi di un ministro o di un consigliere potrebbero influenzare, o sembrare influenzare, l’esercizio obiettivo e imparziale delle sue funzioni ufficiali” ha dichiarato il Greco, ponendo l’attenzione sulla necessità di adozione di misure risolute per prevenire la corruzione in Italia nei confronti delle persone che ricoprono posizioni di alto livello dell’esecutivo. Si tratta nello specifico del presidente del Consiglio dei ministri, di ministri, di sottosegretari di Stato, commissari straordinari, di membri degli uffici di collaborazione diretta e anche degli esponenti della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Il Greco ha evidenziato, poi, l’inesistenza di un quadro di integrità comune che possa essere applicabile in tutte le situazioni, per cui in ogni caso è necessario un’analisi sistematica dei rischi per l’integrità e l’applicazione di un codice di condotta specifico, che venga integrato con orientamenti specifici e una consulenza riservata su questioni etiche. È stata specificata la necessità di una normativa che regoli lo scambio di doni, benefici, ospitalità anche nel periodo successivo alla cessazione dell’incarico ed è stato ritenuto necessario specificare anche che bisogna garantire che tutte le violazioni delle norme applicabili siano soggette a sanzioni adeguate, perché ciò attualmente non si verifica.
Nel caso delle forze dell’ordine, bisognerà invece creare regolamentazioni che introducano controlli di integrità durante i trasferimenti e le promozioni e che si verifichino a intervalli regolari per le funzioni più esposte. Affinché il sistema si efficace è anche consigliato migliorare le linee guida con l’aggiunta delle regole etiche di ogni singola forza dell’ordine. Il Greco ha inoltre consigliato la creazione di corsi di sensibilizzazione per i dipendenti e sulla misure di tutela per coloro che decideranno di segnalare irregolarità.
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