Come sta Papa Francesco: lo stato di salute del Vaticano

Lucrezia Caminiti
6 Min di lettura

Da giovane Papa Francesco subì l’intervento al polmone, 2 anni fa quello al Colon, poi la bronchite: oggi torna in sala operatoria

Oggi, 7 giugno, Papa Francesco entrerà di nuovo in sala operatoria. L’intervento chirurgico cui oggi viene sottoposto al Policlinico Gemelli arriva per il pontefice in un quadro di salute complessivamente buono per un uomo di 86 anni, anche se non sono mancati nella sua esistenza problemi di natura sanitaria, come l’operazione al polmone subita da ragazzo, poi la ricorrente sciatalgia e, un paio d’anni fa, l’operazione alla cataratta.

La prima operazione del Papa nel 1957

La prima volta che Papa Francesco, allora semplicemente Jorge Mario Bergoglio, si operò, fu nel 1957, in seguito a una grave forma di polmonite, dove gli venne quindi asportata una parte di polmone. All’epoca le malattie polmonari come infezioni fungine o polmoniti erano curate chirurgicamente per la scarsità di antibiotici. Anche per questo motivo, i vaticanisti, lo avevano escluso dalla lista dei papabili durante il Conclave della sua elezione, nel 2013. Di quel “difficile momento”, Francesco ha parlato con il giornalista e medico argentino Nelson Castro, nel libro “La salud de los Papas”.

L’operazione alla cataratta

Poi, nel corso del 2019, in gran segreto, Francesco si è sottoposto ad un piccolo intervento di cataratta agli occhi. L’operazione chirurgica è avvenuta alla Clinica Pio XI, a Roma. Si concluse così, dopo più di un anno di voci e smentite, il giallo della piccola operazione alla quale si doveva sottoporre il Pontefice. Niente di impegnativo, ma si trattava pur sempre di un intervento necessario per via dell’età.

L’intervento al colon e la bronchite del pontefice

A sorpresa, il 4 luglio 2021, all’età di 84 anni, si è poi sottoposto a un intervento chirurgico programmato per una stenosi diverticolare sintomatica del colon, al Gemelli di Roma. L’operazione si è svolta il 4 luglio 2021 ed è stata eseguita dal prof. Sergio Alfieri, con l’assistenza del prof. Luigi Sofo, del dott. Antonio Tortorelli e della dott.ssa Roberta Menghi.

L’operazione che però preoccupò di più i fedeli è stata quella del 29 marzo di quest’anno, in seguito a una forma di bronchite, l’infezione respiratoria che ha colpito Papa Francesco.

La sciatalgia

Un problema di salute ricorrente, per Papa Francesco, sono anche i dolori dovuti all’infiammazione del nervo sciatico. Quest’ultimi lo mettono in difficoltà – a volte molto visibilmente – anche nella deambulazione o, come è noto, ne limitano la possibilità di inginocchiarsi. Un riacutizzarsi della sciatalgia ha anche costretto il Pontefice, negli anni scorsi, a dare forfait ad alcune celebrazioni nella basilica di San Pietro, nelle quali è stato sostituito o dal cardinale decano Giovanni Battista Re o dal segretario di Stato Pietro Parolin.

Quale operazione dovrà affrontare oggi Papa Francesco?

Oggi, Papa Francesco dovrà affrontare un’altra sfida. Sarà operato al Policlinico Gemelli di Roma per la risoluzione di un laparocele, ovvero un’ernia che si forma su una cicatrice, dopo un intervento di chirurgia addominale, è uno dei possibili inconvenienti della chirurgia laparotomica, quella in cui il chirurgo esegue un’incisione sull’addome di alcuni centimetri.

Laparocele, cos’è e quando è più frequente

A distanza di tempo può accadere che sulla parete muscolo-fasciale, il sostegno muscolare dell’addome al suo interno, si formi un’ernia per l’età, lo sforzo, il sovrappeso, una precedente infezione della ferita, tipologia ed estensione dell’incisione chirurgica praticata. Il problema può essere risolto con un intervento chirurgico eseguito in modo tradizionale o per via laparoscopica.

Il laparocele è più frequente quando le incisioni sono di maggiore estensione. Può andare incontro alle complicanze di tutte le ernie della parete addominale, ha la tendenza a ingrandirsi, può strozzarsi, può determinare problemi nella crescita della pelle che lo ricopre. Le complicanze del laparocele possono, in alcuni casi, richiedere un intervento chirurgico d’urgenza. In questi casi si può procedere con due procedure, entrambe con anestesia generale come nel caso del Papa. Solo in casi eccezionali, un laparocele di piccole dimensioni, può essere trattato con altre forme di anestesia.

La procedura tradizionale

La procedura tradizionale utilizza la stessa cicatrice come via di accesso chirurgico: attraverso questa incisione si isolano il sacco peritoneale e la porta del laparocele. L’intervento consente di ricollocare, riducendolo, il laparocele all’interno dell’addome e, generalmente, si posiziona una rete di materiale sintetico il cui scopo è quello rinforzare la parete in cui si era verificato il cedimento dei tessuti che lo ha provocato. La seconda soluzione prevede l’utilizzo della chirurgia laparoscopica, un trattamento mininvasivo, per accedere alla cavità peritoneale e quindi per visualizzare “dall’interno” la zona di cedimento fasciale: utilizzando 3 o 4 piccole incisioni chirurgiche addominali è possibile introdurre nella cavità addominale telecamera e strumenti chirurgici.

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