Tragedia Esplodenti Sabino: trovata la causa dell’esplosione

Un terribile scoppio nella Esplodenti Sabino di Casalbordino, in provincia di Chieti, ha provocato 3 vittime. Le cause dell'esplosione sono ancora in fase di accertamento

Redazione
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Una terribile esplosione alla Esplodenti Sabino di Casalbordino, in provincia di Chieti, ha provocato 3 vittime. Le cause del botto sono ancora in fase di accertamento.

Nel 2020, nella stessa azienda, che smaltisce e recupera polvere da sparo da bonifiche, ci fu in un altro incidente, in cui morirono 3 operai. L’ultima disgrazia mortale in Abruzzo che ha riguardato fabbriche o depositi di materiale pirico, risale a febbraio scorso, quando un uomo morì nell’esplosione di un deposito alle porte di Teramo.

Esplosione Esplodenti Sabino, trovata la causa

A provocare la devastante deflagrazione costata la perdita di tre vite umane, è stata una granata di artiglieria. Saranno le perizie a stabilire se si sia trattato di un errore umano oppure di un difetto dell’ordigno. Le operazioni di bonifica da parte degli artificieri proseguiranno anche nei prossimi giorni ma l’allerta per i residenti nelle vicinanze dell’area e’ terminata. Infatti nel pomeriggio hanno fatto rientro nelle proprie abitazioni le 20 famiglie evacuate ieri per ragioni sicurezza subito dopo l’incidente, che hanno trovato ospitalità da parenti e strutture alberghiere.

L’azienda del vastese non è nuova a queste tragedie: nella stessa fabbrica nel 1992 era morto il 48enne Bruno Molisani, ucciso dall’innesco di una spoletta, mentre nel 2009 2 persone rimasero ferite gravemente in un’esplosione.

All’epoca finirono sotto inchiesta il legale rappresentante e 2 dirigenti della società, che si occupa di demilitarizzazione di munizioni ed esplosivi. Nel drammatico incidente morirono Carlo Spinelli, 54 anni di Casalbordino; Paolo Pepe, 45 anni di Pollutri, e Nicola Colameo, 46 anni, di Guilmi.

Gli operai stavano spostando una cassa con all’interno razzi di segnalazione in uso alle imbarcazioni, a basso potenziale esplosivo. Di conseguenza la fabbrica fu messa sotto sequestro.

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