Chef Rubio, fermato mentre raggiungeva sit-in pro Palestina: in auto una tanica con sangue animale

Durante il sit-in i manifestanti avrebbero provato a imbrattare alcune bandiere israeliane con del liquido rosso; Rubio ha negato che la tanica servisse a quello scopo

Redazione
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I problemi per Chef Rubio non accennano a fermarsi neanche nel 2024. Oggi, durante un controllo della polizia, lo chef è stato trovato in possesso di una tanica contenente cinque litri di un liquido compatibile con del sangue animale. Rubio è stato quindi accompagnato in Commissariato dove avrebbe poi dichiarato di essere diretto al sit-in pro Palestina che si stava svolgendo di fronte alla sede della Farnesina.

Proprio in questo sit-in i manifestanti avrebbero provato ad imbrattare una bandiera israeliana con del liquido rosso. Chef Rubio ha però negato che la tanica da cinque litri in suo possesso servisse a quello scopo. Ha invece dichiarato che il sangue bovino e suino al suo interno era destinato ad usi culinari. Spetterà ora alla polizia scientifica comprendere se la sostanza nella tanica sia veramente di provenienza animale.

Chef Rubio diretto ad una manifestazione contro la censura

Secondo quanto raccontato agli agenti del distretto Prenestino, Chef Rubio si stava dirigendo alla manifestazione organizzata da Potere al Popolo, Cambiare Rotta e Opposizione Studentesca D’Alternativa contro la censura delle bandiere e dei simboli della Palestina. Lo chef avrebbe dovuto presentarsi per contestare un supposto atto di censura nei suoi confronti, operato da un’Istituzione italiana a Cordoba.

chef rubio
Chef Rubio

L’Istituto Italiano di Cultura a Cordoba, in Argentina, avrebbe indetto un’iniziativa enogastronomica con ospite proprio chef Rubio, il quale si sarebbe presentato all’evento indossando una maglia raffigurante la bandiera della Palestina. I video raffiguranti lo chef con indosso la maglia incriminata sono però stati velocemente eliminati dalle pagine ufficiali dell’Istituto. Un atto che secondo Rubio e i manifestanti equivale alla censura, aggravata dal fatto che l’Istituto è un organismo del Consolato italiano in Argentina.

I manifestanti, inoltre, tengono a specificare che “la censura avveniva poche ore dopo che lo stesso Rubio aveva condiviso gli stessi video sui propri canali social, lanciando un messaggio di solidarietà verso la Palestina e riprendendo un momento dell’iniziativa in cui semplicemente indossava una maglietta con la bandiera palestinese“.

Il comunicato di Chef Rubio

A seguito della vicenda, lo chef ha rilasciato un comunicato in cui spiega le motivazioni della manifestazione a cui gli è stato negato di partecipare. “Il 27 gennaio è capitato di sabato? Amen. Scendessero dalle loro fortezze e venissero al nostro fianco se credono veramente nel Mai più. Ogni sabato abbiamo marciato e ogni sabato marceremo finché la Palestina non tornerà libera. Non siamo qui per me – si legge nel comunicato dello chef – Siamo qui perché vogliamo la liberazione del popolo palestinese dagli oppressori sionisti e dai loro mandanti. Per dire che non ci piegheremo mai agli arroganti e alle censure, alle minacce mafiose e alle persecuzioni“.

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